Emergenza Cinghiali, Braia all’attacco della giunta Bardi
Il consigliere di Avanti Basilicata denuncia l’immobilismo dell’attuale governo regionale rispetto al dilagare del fenomeno
mercoledì 2 ottobre 2019
13.24
Il livello di sopportazione, soprattutto degli agricoltori, per i danni provocati dalla fauna selvatica ha superato ormai i limiti di guardia, mentre il governo regionale non mette in campo dei provvedimenti efficaci per arginare il dilagante fenomeno.
A denunciare la situazione critica è il consigliere regionale di Avanti Basilicata, Luca Braia.
Braia, che nella passata legislatura ricopriva l'incarico di assessore all'agricoltura, rivendica il merito di aver messo in atto le prime ed uniche iniziative presenti attualmente in Basilicata per arginare il fenomeno.
Mentre l'attuale governo regionale si è limitato "al prosieguo, stanco e senza vigore, delle attività messe in campo dalla precedente Giunta regionale insieme al blocco dell'applicazione della legge regionale"- ha dichiarato il consigliere di opposizione.
Secondo Braia, per rilanciare l'azione di contrasto al fenomeno occorrerebbe monitorare le attività in campo, intensificare l'interlocuzione con il governo nazionale per rafforzare l'attività nella aree protette e applicare la legge regionale.
Ad oggi, a detta del consigliere regionale, l'amministrazione Bardi è ferma a quanto realizzato in passato. "Non ci risulta nessuna attività di organizzazione integrativa, nessun avanzamento sulla applicazione della legge regionale relativa alle Misure straordinarie per contrastare l'emergenza cinghiali in Basilicata".
Non si hanno notizie sullo stato dell'arte del progetto "InGreenPaf" relativo alla installazione dei chiusini di cattura nei parchi, delle modifiche alla legge nazionale, o della rete dei macelli a disposizione dei sele-controllori/cacciatori di Basilicata.
E dunque, sostiene Braia, spetta alle opposizioni fare la voce grossa per far smuovere le acque.
"E' allora compito nostro - dai banchi dell'opposizione oltre che fino a qualche mese fa coinvolti direttamente nella gestione delle politiche faunistico-venatorie - continuare a portare al centro del dibattito il tema e stimolare tutte le azioni integrative a livello regionale e nazionale, promuovendo un coordinamento permanente con rappresentanti della Regione, dell'Anci, dei Parchi e delle Associazioni di rappresentanza Agricole e Venatorie"- dice l'esponente di Avanti Basilicata .
"L'allarme sociale e di sicurezza pubblica ha raggiunto oramai livelli elevati", afferma in conclusione Braia che ricorda come "Il comparto venatorio riguarda direttamente oltre 6500 cacciatori, di cui oltre 3500 selecontrollori formati, essi operano in prima linea sull'intero territorio regionale a contatto con l'ambiente, sono da considerarsi l'unica vera ed efficace possibilità di contrasto ai danni provocati dalla fauna selvatica, rappresentando anche una importante voce economica ed occupazionale legata alla filiera turistica di settore."
A denunciare la situazione critica è il consigliere regionale di Avanti Basilicata, Luca Braia.
Braia, che nella passata legislatura ricopriva l'incarico di assessore all'agricoltura, rivendica il merito di aver messo in atto le prime ed uniche iniziative presenti attualmente in Basilicata per arginare il fenomeno.
Mentre l'attuale governo regionale si è limitato "al prosieguo, stanco e senza vigore, delle attività messe in campo dalla precedente Giunta regionale insieme al blocco dell'applicazione della legge regionale"- ha dichiarato il consigliere di opposizione.
Secondo Braia, per rilanciare l'azione di contrasto al fenomeno occorrerebbe monitorare le attività in campo, intensificare l'interlocuzione con il governo nazionale per rafforzare l'attività nella aree protette e applicare la legge regionale.
Ad oggi, a detta del consigliere regionale, l'amministrazione Bardi è ferma a quanto realizzato in passato. "Non ci risulta nessuna attività di organizzazione integrativa, nessun avanzamento sulla applicazione della legge regionale relativa alle Misure straordinarie per contrastare l'emergenza cinghiali in Basilicata".
Non si hanno notizie sullo stato dell'arte del progetto "InGreenPaf" relativo alla installazione dei chiusini di cattura nei parchi, delle modifiche alla legge nazionale, o della rete dei macelli a disposizione dei sele-controllori/cacciatori di Basilicata.
E dunque, sostiene Braia, spetta alle opposizioni fare la voce grossa per far smuovere le acque.
"E' allora compito nostro - dai banchi dell'opposizione oltre che fino a qualche mese fa coinvolti direttamente nella gestione delle politiche faunistico-venatorie - continuare a portare al centro del dibattito il tema e stimolare tutte le azioni integrative a livello regionale e nazionale, promuovendo un coordinamento permanente con rappresentanti della Regione, dell'Anci, dei Parchi e delle Associazioni di rappresentanza Agricole e Venatorie"- dice l'esponente di Avanti Basilicata .
"L'allarme sociale e di sicurezza pubblica ha raggiunto oramai livelli elevati", afferma in conclusione Braia che ricorda come "Il comparto venatorio riguarda direttamente oltre 6500 cacciatori, di cui oltre 3500 selecontrollori formati, essi operano in prima linea sull'intero territorio regionale a contatto con l'ambiente, sono da considerarsi l'unica vera ed efficace possibilità di contrasto ai danni provocati dalla fauna selvatica, rappresentando anche una importante voce economica ed occupazionale legata alla filiera turistica di settore."