Economia nel materano, trend negativo nel 2013 con qualche spiraglio per il 2014
La relazione redatta dalla Confapi è stata presentata ieri al Prefetto
martedì 6 maggio 2014
10.43
Una relazione sull'andamento dell'economia nella Provincia di Matera relativa all'anno 2013 è stata presentata dalla Confapi al Prefetto di Matera nella giornata di ieri, 6 Maggio, insieme ad una previsione riferita al primo semestre 2014.
I risultati non sono del tutto positivi, segno che la crisi ha continuato a farsi sentire in tutti i comparti produttivi, salvo alcune eccezioni consistenti per lo più in quelle imprese che operano sui mercati esteri, capaci di innovare.
Bene dunque le imprese che hanno approfittato della domanda estera crescente, e quelle che, partendo dall'obsolescenza dei macchinari, hanno rinnovato gli impianti.
Se la recessione ha interessato quasi tutti i settori, la flessione più marcata si è avuta nel comparto delle costruzioni, da sempre trainante nell'economia locale. Il settore edile nel 2013 ha perso migliaia di posti di lavoro e le cause sono molteplici: la crisi del mercato immobiliare; la riduzione degli investimenti in opere pubbliche; i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti alle imprese; il ritardo del varo di importanti strumenti urbanistici nei Comuni; un sistema bancario che non ha supportato a sufficienza il settore, con una stretta creditizia che ha provocato una grave crisi di liquidità nelle imprese.
Risultati negativi hanno riguardato anche i settori del legno, arredamento e mobile imbottito, del tessile, della chimica, dei trasporti, dei servizi alle imprese, il manifatturiero in generale, i servizi di vigilanza e pulizia, il commercio, soprattutto quello al dettaglio no food, grafica, tipografia, editoria, cartotecnica, l'industria estrattiva, i conglomerati cementizi e bituminosi, i prefabbricati in cemento, infissi e serramenti.
I settori che reagiscono meglio alla crisi sono quelli del turismo, dell'agroalimentare e dell'ICT (Information and Communication Technology). Indicatori positivi ci sono anche nella plastica-gomma, nella meccanica e del recupero dei rifiuti. In particolare, l'agroalimentare ha una maggiore propensione all'export e a prodotti di nicchia e di qualità, con un valore aggiunto superiore al passato.
Il settore dell'energia, nell'anno 2012 molto vivace, nel periodo in esame si è praticamente fermato, soprattutto nel settore fonti rinnovabili e alternative, dove una serie di ostacoli normativi e la fine degli incentivi statali sta creando notevoli problemi alle aziende, molte delle quali sono alla ricerca di un riposizionamento di prodotto.
Il mercato del credito bancario si è fortemente deteriorato, sia per la scarsa qualità del credito, che per la riduzione dei finanziamenti alle imprese.
Il 2014 probabilmente sarà un anno di transizione e di lenta preparazione delle condizioni per la ripresa, ma è certo che sono le pmi il motore dello sviluppo in questo territorio.
Il mercato del lavoro è quello che risente maggiormente della crisi, con una perdita elevata di posti di lavoro, più accentuata nel settore delle costruzioni, e con un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali.
Per quanto riguarda le prospettive future, il clima di fiducia tra gli imprenditori rimane pessimista per il primo semestre 2014. Il mercato internazionale tira ma solo se la concorrenza avviene sulla qualità e non sul prezzo.
Qualche speranza viene riposta nella nuova programmazione 2014-2020 che tuttavia tarderà tuttavia a portare i suoi frutti.
In definitiva, L'economia della provincia di Matera è ancora troppo dipendente dal mercato interno, da un lato, e dal mercato della pubblica amministrazione dall'altro. Ciò significa che con l'indebolimento della domanda interna dovuta alla carenza di liquidità dei privati e al calo degli investimenti pubblici, chi utilizza la leva estera o ricorre a strategie di innovazione ha prospettive migliori degli altri.
I risultati non sono del tutto positivi, segno che la crisi ha continuato a farsi sentire in tutti i comparti produttivi, salvo alcune eccezioni consistenti per lo più in quelle imprese che operano sui mercati esteri, capaci di innovare.
Bene dunque le imprese che hanno approfittato della domanda estera crescente, e quelle che, partendo dall'obsolescenza dei macchinari, hanno rinnovato gli impianti.
Se la recessione ha interessato quasi tutti i settori, la flessione più marcata si è avuta nel comparto delle costruzioni, da sempre trainante nell'economia locale. Il settore edile nel 2013 ha perso migliaia di posti di lavoro e le cause sono molteplici: la crisi del mercato immobiliare; la riduzione degli investimenti in opere pubbliche; i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti alle imprese; il ritardo del varo di importanti strumenti urbanistici nei Comuni; un sistema bancario che non ha supportato a sufficienza il settore, con una stretta creditizia che ha provocato una grave crisi di liquidità nelle imprese.
Risultati negativi hanno riguardato anche i settori del legno, arredamento e mobile imbottito, del tessile, della chimica, dei trasporti, dei servizi alle imprese, il manifatturiero in generale, i servizi di vigilanza e pulizia, il commercio, soprattutto quello al dettaglio no food, grafica, tipografia, editoria, cartotecnica, l'industria estrattiva, i conglomerati cementizi e bituminosi, i prefabbricati in cemento, infissi e serramenti.
I settori che reagiscono meglio alla crisi sono quelli del turismo, dell'agroalimentare e dell'ICT (Information and Communication Technology). Indicatori positivi ci sono anche nella plastica-gomma, nella meccanica e del recupero dei rifiuti. In particolare, l'agroalimentare ha una maggiore propensione all'export e a prodotti di nicchia e di qualità, con un valore aggiunto superiore al passato.
Il settore dell'energia, nell'anno 2012 molto vivace, nel periodo in esame si è praticamente fermato, soprattutto nel settore fonti rinnovabili e alternative, dove una serie di ostacoli normativi e la fine degli incentivi statali sta creando notevoli problemi alle aziende, molte delle quali sono alla ricerca di un riposizionamento di prodotto.
Il mercato del credito bancario si è fortemente deteriorato, sia per la scarsa qualità del credito, che per la riduzione dei finanziamenti alle imprese.
Il 2014 probabilmente sarà un anno di transizione e di lenta preparazione delle condizioni per la ripresa, ma è certo che sono le pmi il motore dello sviluppo in questo territorio.
Il mercato del lavoro è quello che risente maggiormente della crisi, con una perdita elevata di posti di lavoro, più accentuata nel settore delle costruzioni, e con un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali.
Per quanto riguarda le prospettive future, il clima di fiducia tra gli imprenditori rimane pessimista per il primo semestre 2014. Il mercato internazionale tira ma solo se la concorrenza avviene sulla qualità e non sul prezzo.
Qualche speranza viene riposta nella nuova programmazione 2014-2020 che tuttavia tarderà tuttavia a portare i suoi frutti.
In definitiva, L'economia della provincia di Matera è ancora troppo dipendente dal mercato interno, da un lato, e dal mercato della pubblica amministrazione dall'altro. Ciò significa che con l'indebolimento della domanda interna dovuta alla carenza di liquidità dei privati e al calo degli investimenti pubblici, chi utilizza la leva estera o ricorre a strategie di innovazione ha prospettive migliori degli altri.