Economia lucana, industria cresce ma la ricchezza va fuori
Segnali di vitalità da Matera per il turismo
giovedì 20 giugno 2019
Presentato a Potenza il rapporto annuale ''L'economia della Basilicata''. Nel 2018 è proseguita l'espansione dell'economia lucana.
Il settore industriale ha continuato a sostenere la ripresa per effetto soprattutto dell'andamento del comparto estrattivo e dell'automotive, consentendo, dopo oltre un decennio, il ritorno del valore aggiunto regionale sui livelli precedenti la crisi economico-finanziaria. Ma petrolio e auto sono i comparti che portano la ricchezza fuori dalla Basilicata.
La ripresa non si è invece estesa alle costruzioni, dove l'attività ha complessivamente ristagnato, risentendo delle difficoltà del comparto delle opere pubbliche e del residenziale, che ha registrato un ulteriore calo delle compravendite. Segnali di vitalità emergono solo nell'area materana.
Il settore dei servizi è risultato sostanzialmente stabile: il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi. Il comparto turistico ha invece registrato un ulteriore incremento delle presenze di italiani e stranieri: la dinamica, in forte accelerazione durante lo scorso quinquennio, ha beneficiato del titolo di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Il settore agricolo ha registrato un calo del valore aggiunto, per effetto della flessione nella produzione di molte delle principali colture.
I finanziamenti bancari alle imprese hanno continuato a crescere nel 2018, sostenuti dal moderato aumento della domanda. La dinamica positiva ha riguardato solo le imprese non rischiose di ogni classe dimensionale.
Per quanto concerne il mercato del lavoro, l'anno scorso la dinamica positiva della congiuntura si è riflessa sull'occupazione dipendente, il cui aumento è stato tuttavia più che compensato dal calo dei lavoratori autonomi; nel complesso il numero di occupati si è pertanto lievemente ridotto, a seguito soprattutto dell'andamento negativo dell'ultimo trimestre dell'anno. Il calo dell'occupazione si è associato a una diminuzione della popolazione in età da lavoro, riconducibile anche alle tendenze migratorie in atto da tempo: il tasso di occupazione è quindi rimasto stabile.
Per il capitolo relativo alle famiglie, la dinamica del reddito e dei consumi ha beneficiato solo in parte degli andamenti congiunturali, continuando ad essere debole. I redditi delle famiglie lucane restano di oltre un decimo inferiori ai livelli pre-crisi. Anche l'incidenza della povertà, sebbene in flessione rispetto ai livelli massimi raggiunti all'apice della crisi, è ancora superiore al periodo pre-crisi e più elevata rispetto alla media nazionale.
I prestiti alle famiglie sono ulteriormente aumentati: la crescita ha riguardato sia i mutui sia il credito al consumo. È proseguito l'incremento dei depositi in conto corrente ed è tornato ad aumentare l'investimento in titoli di Stato italiani, dopo il calo degli anni precedenti; gli investimenti in fondi comuni sono invece diminuiti, in controtendenza rispetto all'andamento degli ultimi anni.
Il settore industriale ha continuato a sostenere la ripresa per effetto soprattutto dell'andamento del comparto estrattivo e dell'automotive, consentendo, dopo oltre un decennio, il ritorno del valore aggiunto regionale sui livelli precedenti la crisi economico-finanziaria. Ma petrolio e auto sono i comparti che portano la ricchezza fuori dalla Basilicata.
La ripresa non si è invece estesa alle costruzioni, dove l'attività ha complessivamente ristagnato, risentendo delle difficoltà del comparto delle opere pubbliche e del residenziale, che ha registrato un ulteriore calo delle compravendite. Segnali di vitalità emergono solo nell'area materana.
Il settore dei servizi è risultato sostanzialmente stabile: il commercio ha continuato a risentire della debolezza dei consumi. Il comparto turistico ha invece registrato un ulteriore incremento delle presenze di italiani e stranieri: la dinamica, in forte accelerazione durante lo scorso quinquennio, ha beneficiato del titolo di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Il settore agricolo ha registrato un calo del valore aggiunto, per effetto della flessione nella produzione di molte delle principali colture.
I finanziamenti bancari alle imprese hanno continuato a crescere nel 2018, sostenuti dal moderato aumento della domanda. La dinamica positiva ha riguardato solo le imprese non rischiose di ogni classe dimensionale.
Per quanto concerne il mercato del lavoro, l'anno scorso la dinamica positiva della congiuntura si è riflessa sull'occupazione dipendente, il cui aumento è stato tuttavia più che compensato dal calo dei lavoratori autonomi; nel complesso il numero di occupati si è pertanto lievemente ridotto, a seguito soprattutto dell'andamento negativo dell'ultimo trimestre dell'anno. Il calo dell'occupazione si è associato a una diminuzione della popolazione in età da lavoro, riconducibile anche alle tendenze migratorie in atto da tempo: il tasso di occupazione è quindi rimasto stabile.
Per il capitolo relativo alle famiglie, la dinamica del reddito e dei consumi ha beneficiato solo in parte degli andamenti congiunturali, continuando ad essere debole. I redditi delle famiglie lucane restano di oltre un decimo inferiori ai livelli pre-crisi. Anche l'incidenza della povertà, sebbene in flessione rispetto ai livelli massimi raggiunti all'apice della crisi, è ancora superiore al periodo pre-crisi e più elevata rispetto alla media nazionale.
I prestiti alle famiglie sono ulteriormente aumentati: la crescita ha riguardato sia i mutui sia il credito al consumo. È proseguito l'incremento dei depositi in conto corrente ed è tornato ad aumentare l'investimento in titoli di Stato italiani, dopo il calo degli anni precedenti; gli investimenti in fondi comuni sono invece diminuiti, in controtendenza rispetto all'andamento degli ultimi anni.