E’ Lucano l'alunno più buono d'Italia
Ha 17 anni e si chiama Nicola Zaffarese
venerdì 6 ottobre 2017
La notizia apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno è di quelle che rendono fiera ed orgogliosa una intera comunità. L'alunno più buono d'Italia è un lucano. Ha 17 anni e si chiama Nicola Zaffarese. Vive a Marconia (Matera) e frequenta il Liceo scientifico «Matteo Parisi» di Bernalda (Matera) con ottimo profitto e, soprattutto, prendendosi cura del suo compagno di classe, Roberto, affetto da distrofia muscolare.
Proprio per questa sua attenzione nei confronti dello sfortunato amico è stato segnalato al premio nazionale "Ignazio Salvo" giunto alla trentacinquesima edizione. La segnalazione alla giuria è arrivata dall'insegnante di sostegno di Roberto, la prof. Arianna Carbone, che d'intesa con il dirigente scolastico Giosué Ferruzzi, ha citato l'esempio di Nicola, "meritevole di un riconoscimento a livello nazionale".
Il ragazzo riceverà il premio giovedì prossimo nella sua stessa scuola.
Il premio nasce in memoria di Ignazio Salvo, un alunno del Collegio Nazareno, storica scuola di Roma dei Padri Scolopi, colpito da distrofia muscolare progressiva e perciò costretto a dipendere in tutto dagli altri. Fu uno studente modello fino a 19 anni, quando la malattia lo strappò agli affetti dei parenti e degli amici. I genitori hanno voluto perpetuare il suo ricordo istituendo il premio nazionale.
Proprio per questa sua attenzione nei confronti dello sfortunato amico è stato segnalato al premio nazionale "Ignazio Salvo" giunto alla trentacinquesima edizione. La segnalazione alla giuria è arrivata dall'insegnante di sostegno di Roberto, la prof. Arianna Carbone, che d'intesa con il dirigente scolastico Giosué Ferruzzi, ha citato l'esempio di Nicola, "meritevole di un riconoscimento a livello nazionale".
Il ragazzo riceverà il premio giovedì prossimo nella sua stessa scuola.
Il premio nasce in memoria di Ignazio Salvo, un alunno del Collegio Nazareno, storica scuola di Roma dei Padri Scolopi, colpito da distrofia muscolare progressiva e perciò costretto a dipendere in tutto dagli altri. Fu uno studente modello fino a 19 anni, quando la malattia lo strappò agli affetti dei parenti e degli amici. I genitori hanno voluto perpetuare il suo ricordo istituendo il premio nazionale.