Discarica La Martella, un nuovo rapporto conferma la “catastrofe ambientale”
Pedicini denuncia: “Totale inadempienza dell’amministrazione”
martedì 17 marzo 2015
13.01
Sotto i riflettori torna l'argomento scottante della discarica de La Martella. Circa 2 mesi fa, l'amministrazione prometteva la chiusura immediata e completa della discarica, ad esclusione della quinta vasca. Ma il caso non è ancora chiuso, anzi i miasmi continuano e, come indica un rapporto di fine febbraio, la situazione è davvero precaria e dannosa per i cittadini.
"L'amministrazione comunale si assuma – afferma il consigliere forzista, Adriano Pedicini - le responsabilità di una catastrofe ambientale immensa: per non aver programmato per tempo alcuna azione di risanamento e di pianificazione sul sistema rifiuto; per non aver posto in sicurezza il sito".
Il consigliere comunale è in possesso di dati certi, certificati da un rapporto ufficiale alquanto drammatico: "Il 23 febbraio scorso i tecnici di ARPAB e della Provincia, nel corso di un sopralluogo ne verificano la corretta gestione. Viene fuori uno sfacelo, tanto che il documento è inviato anche agli organi inquirenti: l'impianto di compostaggio risulta fermo, le vasche contengono di tutto; un impianto che non produce compost; che non garantisce la depressione interna necessaria ad impedire la fuoriuscita di odori molesti; l'impianto di abbattimento delle emissioni appare in disuso; questo si legge nel documento". Da qui, altri dati imbarazzanti: "Il percolato ha superato la soglia di 2 metri, addirittura ha coperto la strada per la viabilità di servizio, con notevole incremento rispetto alle quantità accertate a gennaio 2014; che allo stato attuale nonostante basse temperature vengono prodotte importanti emissioni odorigene ed è evidente la mancata ottemperanza alle prescrizioni AIA".
Il sopralluogo tecnico di fine febbraio 2015, denota che "i rifiuti sono sottoposti ad un trattamento minimo, che questi vengono abbancati su tutta la superficie dei sub settori, 'in modo alquanto approssimativo' che non ci sono picchetti con quote di riferimento, per cui non è possibile valutare l'eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata". E sul sovrabbanco dei rifiuti l'indagine entra nel merito: "l'eventuale sovrabbanco non è adeguatamente ricoperto con materiale inerte, è diventato luogo di alimentazione di centinaia di gabbiani; la copertura superficiale dei rifiuti non viene fatta come previsto dalle prescrizioni AIA".
E si continua con altre inadempienze molto gravi: "Si contravviene anche alla carenza di sistemi alternativi, come la copertura dei rifiuti, per evitare l'accesso ai volatili e la dispersione di materiale plastico, così come prescritto, allo scopo di limitare le emissioni di odori, la produzione di percolato e la dispersione eolica dei rifiuti. Non risulta realizzata la rete di biogas, né è stato dato corso a specifiche indicazioni per l'ubicazione di 15 piezometri indispensabili per il monitoraggio della discarica".
In conclusione, impietoso il commento di Pedicini alle gravi carenze: " Nulla più ci stupisce, cosa dobbiamo aspettarci da una amministrazione che giunge sulle questioni sempre in emergenza, le gravi inadempienze ricadranno sulla comunità con un enorme aggravio di costi necessari per rimediare a quanto non fatto".
"L'amministrazione comunale si assuma – afferma il consigliere forzista, Adriano Pedicini - le responsabilità di una catastrofe ambientale immensa: per non aver programmato per tempo alcuna azione di risanamento e di pianificazione sul sistema rifiuto; per non aver posto in sicurezza il sito".
Il consigliere comunale è in possesso di dati certi, certificati da un rapporto ufficiale alquanto drammatico: "Il 23 febbraio scorso i tecnici di ARPAB e della Provincia, nel corso di un sopralluogo ne verificano la corretta gestione. Viene fuori uno sfacelo, tanto che il documento è inviato anche agli organi inquirenti: l'impianto di compostaggio risulta fermo, le vasche contengono di tutto; un impianto che non produce compost; che non garantisce la depressione interna necessaria ad impedire la fuoriuscita di odori molesti; l'impianto di abbattimento delle emissioni appare in disuso; questo si legge nel documento". Da qui, altri dati imbarazzanti: "Il percolato ha superato la soglia di 2 metri, addirittura ha coperto la strada per la viabilità di servizio, con notevole incremento rispetto alle quantità accertate a gennaio 2014; che allo stato attuale nonostante basse temperature vengono prodotte importanti emissioni odorigene ed è evidente la mancata ottemperanza alle prescrizioni AIA".
Il sopralluogo tecnico di fine febbraio 2015, denota che "i rifiuti sono sottoposti ad un trattamento minimo, che questi vengono abbancati su tutta la superficie dei sub settori, 'in modo alquanto approssimativo' che non ci sono picchetti con quote di riferimento, per cui non è possibile valutare l'eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata". E sul sovrabbanco dei rifiuti l'indagine entra nel merito: "l'eventuale sovrabbanco non è adeguatamente ricoperto con materiale inerte, è diventato luogo di alimentazione di centinaia di gabbiani; la copertura superficiale dei rifiuti non viene fatta come previsto dalle prescrizioni AIA".
E si continua con altre inadempienze molto gravi: "Si contravviene anche alla carenza di sistemi alternativi, come la copertura dei rifiuti, per evitare l'accesso ai volatili e la dispersione di materiale plastico, così come prescritto, allo scopo di limitare le emissioni di odori, la produzione di percolato e la dispersione eolica dei rifiuti. Non risulta realizzata la rete di biogas, né è stato dato corso a specifiche indicazioni per l'ubicazione di 15 piezometri indispensabili per il monitoraggio della discarica".
In conclusione, impietoso il commento di Pedicini alle gravi carenze: " Nulla più ci stupisce, cosa dobbiamo aspettarci da una amministrazione che giunge sulle questioni sempre in emergenza, le gravi inadempienze ricadranno sulla comunità con un enorme aggravio di costi necessari per rimediare a quanto non fatto".