Discarica La Martella, il 15 aprile Adduce annuncia la chiusura
Gli sviluppi di una vicenda che mette sotto scacco l’intera città
martedì 14 aprile 2015
10.49
Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, mercoledì 15 aprile annuncerà la chiusura della discarica del borgo La Martella. Questo sarà il suo secondo annuncio dopo la promessa di fine di gennaio: "Entro 2 mesi tutti i settori della discarica saranno chiusi, tranne il 5° settore che ha ancora un ampia capacità". Adesso si attende una chiusura definitiva, certamente un passo importante e atteso dalla comunità materana, ma che deve essere comunicato nei minimi dettagli, eludendo incertezze e dubbi riguardo le operazioni di chiusura ed i suoi costi, il sito dove conferire i rifiuti, per poi passare all'attività di bonifica.
La questione della discarica de La Martella, definita come "catastrofe ambientale", ha origini molto lontane. Nato come impianto di compostaggio, il sito è stato trascurato nel corso degli anni e ha assunto le caratteristiche di una discarica, nella quale non viene prodotto alcun compost. Richiami, lamentele e denunce, soprattutto degli abitanti del borgo La Martella riguardo i miasmi e l'inquinamento prodotto, non sono state mai oggetto di attenzione delle amministrazioni cittadine.
La vicenda poi è tornata alla ribalta ad inizio anno 2015 in un contesto di massimo allarme, quando ormai la discarica aveva raggiunto livelli massimi di saturazione per il conferimento rifiuti. Da gennaio, sono poi trascorsi quattro mesi di tribolazione per i cittadini materani stanchi dell'annosa problematica. In quest'arco di tempo l'argomento scottante è stato affrontato in consiglio comunale, consultando il dirigente tecnico predisposto, e sono state avviate indagini da parte dell'ufficio provincia e dell'Arpab che hanno rimarcato il disastro ambientale. Un'indagine impietosa inviata agli organi inquirenti: "I rifiuti sono sottoposti ad un trattamento minimo e sono abbancati su tutta la superficie dei sub settori, 'in modo alquanto approssimativo' che non ci sono picchetti con quote di riferimento, per cui non è possibile valutare l'eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata. L'eventuale sovrabbanco non è adeguatamente ricoperto con materiale inerte, è diventato luogo di alimentazione di centinaia di gabbiani; la copertura superficiale dei rifiuti non viene fatta come previsto dalle prescrizioni AIA". Rapporto non confermato dagli uffici comunali, che nel contempo hanno tenuto degli incontri con la Regione per il piano di bonifica.
Gli ultimi sviluppi risalgono a due settimane fa, quando dalla riunione dell'Osservatorio regionale sul tema è emerso che lo spazio della discarica è terminato e il conferimento dei rifiuti, per forza di cose, deve cambiare sito. Adesso non resta che attendere le modalità di completa chiusura e il nuovo progetto di bonifica. Un'attesa estenuante per i cittadini del borgo, ma anche per tutta la comunità materana tormentata dalla grave problematica.
La questione della discarica de La Martella, definita come "catastrofe ambientale", ha origini molto lontane. Nato come impianto di compostaggio, il sito è stato trascurato nel corso degli anni e ha assunto le caratteristiche di una discarica, nella quale non viene prodotto alcun compost. Richiami, lamentele e denunce, soprattutto degli abitanti del borgo La Martella riguardo i miasmi e l'inquinamento prodotto, non sono state mai oggetto di attenzione delle amministrazioni cittadine.
La vicenda poi è tornata alla ribalta ad inizio anno 2015 in un contesto di massimo allarme, quando ormai la discarica aveva raggiunto livelli massimi di saturazione per il conferimento rifiuti. Da gennaio, sono poi trascorsi quattro mesi di tribolazione per i cittadini materani stanchi dell'annosa problematica. In quest'arco di tempo l'argomento scottante è stato affrontato in consiglio comunale, consultando il dirigente tecnico predisposto, e sono state avviate indagini da parte dell'ufficio provincia e dell'Arpab che hanno rimarcato il disastro ambientale. Un'indagine impietosa inviata agli organi inquirenti: "I rifiuti sono sottoposti ad un trattamento minimo e sono abbancati su tutta la superficie dei sub settori, 'in modo alquanto approssimativo' che non ci sono picchetti con quote di riferimento, per cui non è possibile valutare l'eventuale sovrabbanco rispetto alla volumetria autorizzata. L'eventuale sovrabbanco non è adeguatamente ricoperto con materiale inerte, è diventato luogo di alimentazione di centinaia di gabbiani; la copertura superficiale dei rifiuti non viene fatta come previsto dalle prescrizioni AIA". Rapporto non confermato dagli uffici comunali, che nel contempo hanno tenuto degli incontri con la Regione per il piano di bonifica.
Gli ultimi sviluppi risalgono a due settimane fa, quando dalla riunione dell'Osservatorio regionale sul tema è emerso che lo spazio della discarica è terminato e il conferimento dei rifiuti, per forza di cose, deve cambiare sito. Adesso non resta che attendere le modalità di completa chiusura e il nuovo progetto di bonifica. Un'attesa estenuante per i cittadini del borgo, ma anche per tutta la comunità materana tormentata dalla grave problematica.