“Discarica La Martella chiude per esaurimento dei volumi”
In attesa del nuovo sito per conferire i rifiuti, attivato un tritovagliatore. Ad annunciarlo il sindaco Adduce.
mercoledì 15 aprile 2015
15.38
La discarica situata nei pressi del borgo La Martella chiude. O meglio, i volumi per il conferimento dei rifiuti hanno raggiunto il limite massimo, e in un contesto di emergenza la Regione dovrà individuare un altro sito di smaltimento. Nel frattempo, sarà attivato un tritovagliatore, nell'area della discarica, per suddividere i rifiuti indifferenziati. In sintesi, questo è quanto emerge dalla conferenza stampa convocata a furor di popolo dal sindaco di Matera, Salvatore Adduce.
"La discarica del borgo La Martella – afferma Adduce – non chiude per un provvedimento giudiziario, non per un provvedimento amministrativo, ma per l'esaurimento dei volumi. La discarica ha raggiunto il limite massimo di autonomia". Durante la conferenza è intervenuto anche il vicesindaco, Sergio Cappella, sul futuro dello smaltimento rifiuti: "Stiamo attendendo che la Regione, in accordo con la Provincia di Potenza, ci indichi dove andare a conferire i rifiuti". Allo stato attuale, "abbiamo ancora 100mila metri cubi di autonomia, dato rilevato il 31 marzo".
In attesa del responso regionale, sarà attivato un tritovagliatore dove sarà conferita l'indifferenziata. Nel corso della conferenza, in realtà il vicesindaco ha parlato di revamping, che indica l'installazione di nuovi impianti. Ma subito dopo è stato smentito da Adduce che ha tenuto a precisare lapidariamente: "Nessun revamping, sarà solamente attivato un tritovagliatore".
Oltre l'interdizione al conferimento rifiuti, la problematica atavica della discarica, estenuante per tutti i cittadini materani, risulta complessa. Vari sono gli ambiti su cui operare, come quello del percolato: "La discarica è un cantiere aperto – spiega il tecnico comunale, Giuseppe Montemurro - stiamo emungendo il percolato per trattarlo poi in loco, con una determinata impiantistica, e chiudere definitivamente l'impianto entro 30 anni". La scelta del trattamento del percolato in loco ha due motivazioni: "Se il percolato venisse trasportato altrove, aumenterebbero i costi e l'inquinamento prodotto". In progetto anche un impianto di biogas: "Bisogna realizzare l'impiantistica per la captazione di biogas, pensato e progettato per produrre un recupero energetico". Per quanto riguarda i costi, Montemurro afferma: "Per il trattamento del percolato dovrebbero essere stanziati 2 milioni di euro, mentre per l'impiantistica di biogas non si dovrebbe superare gli 800.000 euro".
Cronoprogrammi e soluzioni che avranno un verdetto in futuro. Al momento, sorgono solo domande e dubbi sugli effettivi costi e sulla realizzabilità del nuovo progetto.
Tornando al trasferimento dei rifiuti nelle zone del potentino, voci di corridoio prospettano la soluzione del termovalorizzatore "La Fenice" di Melfi. A questa paventata scelta il candidato sindaco del M5S materano, Antonio Materdomini, non ci sta: "La totale apatia dell'amministrazione materana sul tema rifiuti non ha scuse e la soluzione al problema non è certamente quella che pare sia stata prospettata: l'incenerimento presso l'ecomostro de 'La Fenice'. Quanto costerà trasportare i rifiuti a 120 km dalla capitale della cultura per farli incenerire? Chi si accollerà questa spesa? I materani, ancora una volta, per esempio!". E aggiunge: "Per questo motivo il Movimento 5 Stelle Matera ripropone con decisione l'adozione della strategia Rifiuti Zero, punto saliente del nostro programma per la città e unica soluzione in grado di risolvere l'annoso problema della raccolta dei rifiuti. I vantaggi della soluzione sono molteplici: riduzione sensibile dei rifiuti conferiti in discarica, diminuzione della tariffa per i cittadini, aumento dell'occupazione nel settore, riduzione sensibile dell'inquinamento dovuto all'incenerimento dei rifiuti".
"La discarica del borgo La Martella – afferma Adduce – non chiude per un provvedimento giudiziario, non per un provvedimento amministrativo, ma per l'esaurimento dei volumi. La discarica ha raggiunto il limite massimo di autonomia". Durante la conferenza è intervenuto anche il vicesindaco, Sergio Cappella, sul futuro dello smaltimento rifiuti: "Stiamo attendendo che la Regione, in accordo con la Provincia di Potenza, ci indichi dove andare a conferire i rifiuti". Allo stato attuale, "abbiamo ancora 100mila metri cubi di autonomia, dato rilevato il 31 marzo".
In attesa del responso regionale, sarà attivato un tritovagliatore dove sarà conferita l'indifferenziata. Nel corso della conferenza, in realtà il vicesindaco ha parlato di revamping, che indica l'installazione di nuovi impianti. Ma subito dopo è stato smentito da Adduce che ha tenuto a precisare lapidariamente: "Nessun revamping, sarà solamente attivato un tritovagliatore".
Oltre l'interdizione al conferimento rifiuti, la problematica atavica della discarica, estenuante per tutti i cittadini materani, risulta complessa. Vari sono gli ambiti su cui operare, come quello del percolato: "La discarica è un cantiere aperto – spiega il tecnico comunale, Giuseppe Montemurro - stiamo emungendo il percolato per trattarlo poi in loco, con una determinata impiantistica, e chiudere definitivamente l'impianto entro 30 anni". La scelta del trattamento del percolato in loco ha due motivazioni: "Se il percolato venisse trasportato altrove, aumenterebbero i costi e l'inquinamento prodotto". In progetto anche un impianto di biogas: "Bisogna realizzare l'impiantistica per la captazione di biogas, pensato e progettato per produrre un recupero energetico". Per quanto riguarda i costi, Montemurro afferma: "Per il trattamento del percolato dovrebbero essere stanziati 2 milioni di euro, mentre per l'impiantistica di biogas non si dovrebbe superare gli 800.000 euro".
Cronoprogrammi e soluzioni che avranno un verdetto in futuro. Al momento, sorgono solo domande e dubbi sugli effettivi costi e sulla realizzabilità del nuovo progetto.
Tornando al trasferimento dei rifiuti nelle zone del potentino, voci di corridoio prospettano la soluzione del termovalorizzatore "La Fenice" di Melfi. A questa paventata scelta il candidato sindaco del M5S materano, Antonio Materdomini, non ci sta: "La totale apatia dell'amministrazione materana sul tema rifiuti non ha scuse e la soluzione al problema non è certamente quella che pare sia stata prospettata: l'incenerimento presso l'ecomostro de 'La Fenice'. Quanto costerà trasportare i rifiuti a 120 km dalla capitale della cultura per farli incenerire? Chi si accollerà questa spesa? I materani, ancora una volta, per esempio!". E aggiunge: "Per questo motivo il Movimento 5 Stelle Matera ripropone con decisione l'adozione della strategia Rifiuti Zero, punto saliente del nostro programma per la città e unica soluzione in grado di risolvere l'annoso problema della raccolta dei rifiuti. I vantaggi della soluzione sono molteplici: riduzione sensibile dei rifiuti conferiti in discarica, diminuzione della tariffa per i cittadini, aumento dell'occupazione nel settore, riduzione sensibile dell'inquinamento dovuto all'incenerimento dei rifiuti".