DeRuggieri alla camera dei deputati
Matera 2019 e il futuro della città dei Sassi al centro del suo intervento
lunedì 7 novembre 2016
13.28
Un intervento che ha sottolineato il cammino storico, civile e culturale di Matera passata da "Vergogna nazionale" a simbolo della cultura europea nel 2019.
Così il sindaco oggi, nell'aula di Montecitorio, ha descritto il percorso della città, intervenendo nel panel sulla cultura, nel corso dell'iniziativa "L'Italia in Comune".
"Avverto, oggi in questo luogo, la presenza degli uomini e delle donne che hanno costruito questa Repubblica". Così il sindaco Raffaello de Ruggieri ha aperto il suo intervento nell'aula di Montecitorio, alla presenza di centinaia di sindaci italiani.
"Vi illustrerò il modello materano di azione culturale. Per un Comune impegnato nello sviluppo e nella crescita del territorio – ha proseguito il sindaco – la cultura non può essere un muto cimelio del passato, una ostentazione, un evento. La cultura è risorsa, conoscenza, missione, propellente sociale. Il suo livello si è rivelato nevralgico in ogni trasformazione sociale; sono state queste consapevolezze - ha aggiunto – a scandire il ritmo della lunga marcia di Matera da luogo di subaltermità e Capitale europea della Cultura. Il patrimonio culturale è stato motore educativo.
Negli anni '50, il cuore di Matera, i Sassi erano considerati spenta e povera memoria, incapace di trasformarsi in lievito di nuovi messaggi e di produrre nuova storia; un girone infernale da cui trasferire i suoi 15 mila abitanti.
La rigenerazione di questo luogo, il passaggio dalla vergogna all'orgoglio di appartenenza, dalla rassegnazione all'autostima, al protagonismo civico sono state le tappe di questa evoluzione culturale. Una lunga marcia – ha ricordato ancora il sindaco – per riconquistare la rimossa dignità e per dare ai cittadini il senso di missione, individuando nell'identità storica di Matera il ruolo della città per il suo sviluppo. Per questo a Matera la storia dell'uomo non è una memoria da contemplare, ma un valore territoriale da esaltare perché in grado di costruire un inedito e moderno sistema di sviluppo.
In questo scenario è stata affermata la regola per cui la cultura non può essere mero servizio, ma la condizione dell'esistenza di una comunità.
Una cultura che non si compra e non si consuma, ma che si produce, si scambia e si alimenta del territorio.
A Matera è avvenuta un'altra rivoluzione: la crescita sentita della legittimazione sociale del patrimonio culturale, quello che chiamo la rendicontazione sociale dei valori identitari. Tanto convinta, questa azione, da trasformare la frustrazione della vergogna in orgoglio e soprattutto da esplodere in consapevolezza collettiva del valore del propro territorio. In questo senso, a Matera, la questione culturale si è trasformata in questione politica.
Ecco perché Matera ha avuto questi spazi di riconoscimento, nella consapevolezza del proprio territorio. C'è poi un altro piccolo dato – ha concluso il sindaco - stiamo lavorando per trasformare il cittadino in abitante culturale, rafforzando il sentimento nella qualità dei valori della cultura.
Ecco quale è stata la scommessa di Matera, la sua vittoria. Non uno scandalo perché la cultura rende inevitabile, ciò che è altamente improbabile".
Così il sindaco oggi, nell'aula di Montecitorio, ha descritto il percorso della città, intervenendo nel panel sulla cultura, nel corso dell'iniziativa "L'Italia in Comune".
"Avverto, oggi in questo luogo, la presenza degli uomini e delle donne che hanno costruito questa Repubblica". Così il sindaco Raffaello de Ruggieri ha aperto il suo intervento nell'aula di Montecitorio, alla presenza di centinaia di sindaci italiani.
"Vi illustrerò il modello materano di azione culturale. Per un Comune impegnato nello sviluppo e nella crescita del territorio – ha proseguito il sindaco – la cultura non può essere un muto cimelio del passato, una ostentazione, un evento. La cultura è risorsa, conoscenza, missione, propellente sociale. Il suo livello si è rivelato nevralgico in ogni trasformazione sociale; sono state queste consapevolezze - ha aggiunto – a scandire il ritmo della lunga marcia di Matera da luogo di subaltermità e Capitale europea della Cultura. Il patrimonio culturale è stato motore educativo.
Negli anni '50, il cuore di Matera, i Sassi erano considerati spenta e povera memoria, incapace di trasformarsi in lievito di nuovi messaggi e di produrre nuova storia; un girone infernale da cui trasferire i suoi 15 mila abitanti.
La rigenerazione di questo luogo, il passaggio dalla vergogna all'orgoglio di appartenenza, dalla rassegnazione all'autostima, al protagonismo civico sono state le tappe di questa evoluzione culturale. Una lunga marcia – ha ricordato ancora il sindaco – per riconquistare la rimossa dignità e per dare ai cittadini il senso di missione, individuando nell'identità storica di Matera il ruolo della città per il suo sviluppo. Per questo a Matera la storia dell'uomo non è una memoria da contemplare, ma un valore territoriale da esaltare perché in grado di costruire un inedito e moderno sistema di sviluppo.
In questo scenario è stata affermata la regola per cui la cultura non può essere mero servizio, ma la condizione dell'esistenza di una comunità.
Una cultura che non si compra e non si consuma, ma che si produce, si scambia e si alimenta del territorio.
A Matera è avvenuta un'altra rivoluzione: la crescita sentita della legittimazione sociale del patrimonio culturale, quello che chiamo la rendicontazione sociale dei valori identitari. Tanto convinta, questa azione, da trasformare la frustrazione della vergogna in orgoglio e soprattutto da esplodere in consapevolezza collettiva del valore del propro territorio. In questo senso, a Matera, la questione culturale si è trasformata in questione politica.
Ecco perché Matera ha avuto questi spazi di riconoscimento, nella consapevolezza del proprio territorio. C'è poi un altro piccolo dato – ha concluso il sindaco - stiamo lavorando per trasformare il cittadino in abitante culturale, rafforzando il sentimento nella qualità dei valori della cultura.
Ecco quale è stata la scommessa di Matera, la sua vittoria. Non uno scandalo perché la cultura rende inevitabile, ciò che è altamente improbabile".