Deposito nucleare, stringono i tempi per presentare le osservazioni
Ribadito ancora una volta il "no" ma ora serve concretizzare gli atti
mercoledì 17 febbraio 2021
17.55
Mancano quasi tre settimane al termine stabilito per la consultazione pubblica sul deposito nazionale nucleare. I tempi, dunque, stringono. La pubblicazione della Cnapi (carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) è avvenuta il 5 gennaio. Da quel momento inizia il conto alla rovescia di 60 giorni per presentare le osservazioni.
Era stata richiesta una proroga con un prolungamento dei tempi, da 2 a 4 mesi, ma è poi intervenuta la crisi di governo e la formazione del nuovo. Fatti politici che hanno tenuto impegnato il Parlamento. E quindi, almeno per ora, il termine è lo stesso indicato il 5 gennaio.
Il Consiglio regionale della Basilicata, riunito ieri in modalità telematica, ha approvato all'unanimità una risoluzione sulla localizzazione del deposito nazionale di stoccaggio per le scorie nucleari per scongiurare l'ipotesi che possa essere collocato in territorio lucano. La risoluzione verrà inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel documento si fa riferimento ai 16 siti lucani ritenuti potenzialmente idonei (nei territori di Genzano, Acerenza, Oppido Lucano, Matera, Bernalda, Irsina, Montalbano, Montescaglioso) e si impegna la giunta regionale a ''praticare ogni utile iniziativa finalizzata a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi''.
L'assise propone di nominare una cabina di regia composta da persone in possesso delle competenze tecnico-scientifiche, nonché giuridiche e di promuovere forme di partecipazione democratica della comunità regionale oltre a raccordare e supportare le iniziative congiunte con i Comuni direttamente coinvolti al fine di predisporre le necessarie osservazioni da presentare alla Sogin. Viene espresso ''l'assoluto diniego della Basilicata allo stoccaggio delle scorie nucleari italiane sul proprio territorio''.
Rispetto alla proposta di una cabina di regia, in realtà, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha già tenuto varie riunioni per redigere le osservazioni, giungendo all'esclusione dei siti lucani per interferenze con la struttura naturalistica dei territori e con i bacini idrici e per la presenza antropica, soprattutto legata alla vocazione agricola delle aree interessate. Inoltre la Regione Basilicata si confronterà con la Puglia sulle osservazioni da presentare perché quattro dei siti individuati in territorio lucano ricadono anche sull'altro versante regionale. In Puglia, inoltre, è stato individuato un ulteriore sito a Gravina per un totale di 17 luoghi potenzialmente idonei nell'area appulo-lucana. Tra questi mentre quattro siti a cavallo tra le due regioni: due sono condivisi tra Matera e Altamura e altri due tra Matera e Laterza.
Era stata richiesta una proroga con un prolungamento dei tempi, da 2 a 4 mesi, ma è poi intervenuta la crisi di governo e la formazione del nuovo. Fatti politici che hanno tenuto impegnato il Parlamento. E quindi, almeno per ora, il termine è lo stesso indicato il 5 gennaio.
Il Consiglio regionale della Basilicata, riunito ieri in modalità telematica, ha approvato all'unanimità una risoluzione sulla localizzazione del deposito nazionale di stoccaggio per le scorie nucleari per scongiurare l'ipotesi che possa essere collocato in territorio lucano. La risoluzione verrà inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel documento si fa riferimento ai 16 siti lucani ritenuti potenzialmente idonei (nei territori di Genzano, Acerenza, Oppido Lucano, Matera, Bernalda, Irsina, Montalbano, Montescaglioso) e si impegna la giunta regionale a ''praticare ogni utile iniziativa finalizzata a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi''.
L'assise propone di nominare una cabina di regia composta da persone in possesso delle competenze tecnico-scientifiche, nonché giuridiche e di promuovere forme di partecipazione democratica della comunità regionale oltre a raccordare e supportare le iniziative congiunte con i Comuni direttamente coinvolti al fine di predisporre le necessarie osservazioni da presentare alla Sogin. Viene espresso ''l'assoluto diniego della Basilicata allo stoccaggio delle scorie nucleari italiane sul proprio territorio''.
Rispetto alla proposta di una cabina di regia, in realtà, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha già tenuto varie riunioni per redigere le osservazioni, giungendo all'esclusione dei siti lucani per interferenze con la struttura naturalistica dei territori e con i bacini idrici e per la presenza antropica, soprattutto legata alla vocazione agricola delle aree interessate. Inoltre la Regione Basilicata si confronterà con la Puglia sulle osservazioni da presentare perché quattro dei siti individuati in territorio lucano ricadono anche sull'altro versante regionale. In Puglia, inoltre, è stato individuato un ulteriore sito a Gravina per un totale di 17 luoghi potenzialmente idonei nell'area appulo-lucana. Tra questi mentre quattro siti a cavallo tra le due regioni: due sono condivisi tra Matera e Altamura e altri due tra Matera e Laterza.