Deposito nucleare: "anche al nuovo governo diremo no"
La Regione Basilicata ribadisce la contrarietà dei lucani
giovedì 13 ottobre 2022
"La Regione Basilicata ribadirà al nuovo governo le osservazioni già rese in precedenza sulla carta dei siti idonei per il deposito dei rifiuti radioattivi. La nostra Regione ha già dato tanto al Paese negli ultimi decenni, sia con le attività estrattive che con gli impianti di energia rinnovabile e le dighe". Lo ha dichiarato l'assessore all'ambiente della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, sul tema della localizzazione del deposito nazionale nucleare con annesso parco scientifico e tecnologico. "Il nostro territorio va rispettato - ha aggiunto - i lucani tutti meritano rispetto. Lo ribadiremo in tutte le sedi, in tutti i documenti e in ogni occasione".
Nella carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), poi sostituita dalla Cnai, la Basilicata presentava 17 siti, quattro dei quali condivisi con il territorio della Puglia. Entro i termini della consultazione pubblica, la Regione ha presentato un documento di osservazioni tecniche e scientifiche (Dots) a cui hanno contribuito le Province, i Comuni interessati, l'Anci in rappresentanza di tutti i Comuni della Regione, la comunità scientifica regionale (Università della Basilicata, Cnr, Cgiam, Arpab), i corpi sociali e professionali e le associazioni di settore. Nei documenti ufficiali presentati alla Sogin i criteri di esclusione indicati, a vario titolo a seconda delle aree, riguardano sismicità elevata; fenomeni di fagliazione; rischio e pericolosità geomorfologica e idraulica di qualsiasi grado e le fasce fluviali; livelli piezometrici affioranti o che, comunque, possano interferire con le strutture di fondazione del deposito; parametri chimici del terreno e delle acque di falda; presenza di produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, luoghi di interesse archeologico e storico; presenza di infrastrutture critiche rilevanti o strategiche.
Nella carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), poi sostituita dalla Cnai, la Basilicata presentava 17 siti, quattro dei quali condivisi con il territorio della Puglia. Entro i termini della consultazione pubblica, la Regione ha presentato un documento di osservazioni tecniche e scientifiche (Dots) a cui hanno contribuito le Province, i Comuni interessati, l'Anci in rappresentanza di tutti i Comuni della Regione, la comunità scientifica regionale (Università della Basilicata, Cnr, Cgiam, Arpab), i corpi sociali e professionali e le associazioni di settore. Nei documenti ufficiali presentati alla Sogin i criteri di esclusione indicati, a vario titolo a seconda delle aree, riguardano sismicità elevata; fenomeni di fagliazione; rischio e pericolosità geomorfologica e idraulica di qualsiasi grado e le fasce fluviali; livelli piezometrici affioranti o che, comunque, possano interferire con le strutture di fondazione del deposito; parametri chimici del terreno e delle acque di falda; presenza di produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, luoghi di interesse archeologico e storico; presenza di infrastrutture critiche rilevanti o strategiche.