De Gasperi, ispiratore del gemellaggio Trento-Matera

Nel 60esimo anniversario della morte conferimento della cittadinanza onoraria alla figlia dello statista

domenica 23 marzo 2014 12.19
Trento e Matera verso un gemellaggio socio-culturale in forza di un legame creato dallo statista Alcide De Gasperi nel 1954, del quale ricorre, quest'anno, il 60esimo anniversario dalla morte.

La proposta è stata avanzata dal Consigliere della Provincia Autonoma di Trento, Marino Simoni, ed è stata approvata all'unanimità dalla giunta provinciale: una collaborazione che istituisca un fil-rouge tra la Basilicata e la città di Matera, da un lato, e il Trentino e la città di Trento, dall'altro.

Se il Trentino è legato alla figura dell'illustre statista poiché gli ha dato i natali, il 3 Aprile 1881, e poiché il 19 agosto 1954 si è spento nella sua abitazione in Val di Sella, nel territorio del comune di Borgo Valsugana, è noto a tutti il motivo per cui la città di Matera è profondamente grata ad Alcide De Gasperi.

Nel 1952, De Gasperi, spinto dal clamore creato dal libro di Carlo Levi "Cristo si è fremato a Eboli" in cui raccontava le vergognose condizioni di vita dei materani nei Rioni Sassi, venne in visita a Matera e, constatandone il degrado, la definì "vergogna d'Italia".

Così, nel 1954, firmò la prima Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi con la quale furono costruiti i moderni rioni in cui trasferire le famiglie che vivevano nelle grotte. Permise, così, ai rioni Sassi di diventare una testimonianza storica di assoluta importanza ed essere riconosciuti, nel 1993, quale Patrimonio dell'umanità dall'Unesco, primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale prestigioso riconoscimento.

Ed è proprio prendendo spunto dalla recente mozione che l'ex-comandante della Stazione dei Carabinieri di Vezzano, il Luogotenente Mario Donato Melfi (tra l'altro originario di Pisticci), si è attivato con il Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, per far conferire la cittadinanza onoraria alla figlia dello statista, la signora Romana De Gasperi, che, intervistata alcuni anni fa, raccontò d'aver visto suo padre piangere alla vista delle difficilissime condizioni di vita degli abitanti di Matera lì tra i Sassi. Proposta accolta di buon grado da Adduce.

Un evento che sicuramente riporterà in auge la polemica, sorta a Matera nel 2009 in occasione del 55° anniversario della morte, sulla posizione geografica della statua di De Gasperi in città. Due le idee storico-urbanistiche contrapposte: quella del monumento a Degasperi che deve rimanere lì dov'è, accanto alle nuove abitazioni salubri, a testimonianza e ringraziamento per essere stato propulsore della vita nuova dei materani, oppure quella del Degasperi non solo "architetto e urbanista" politico, ma anche preveggente cultore e difensore di una realtà sociale e civile come i Sassi e, dunque, con relativo monumento da spostarsi in una delle piazze.

Il monumento è stato inaugurato nel 1971, dopo rinvii e vari attendismi, dopo cioè che l'artista, Othmar Winkler, aveva concluso il lavoro da sei anni. Si tratta di un bronzo alto tre metri. Alla sua inaugurazione davanti a ottomila materani era presente l'allora presidente del Consiglio Emilio Colombo, all'epoca della promulgazione della legge sui Sassi sottosegretario del governo e principale collaboratore di Alcide Degasperi. All'inaugurazione era presente anche la figlia dello statista trentino Maria Romana.