Cosa scorre nel torrente gravina?
La desolazione del Parco raccontata da un materano emigrato a Chieti
domenica 21 giugno 2015
Il ritorno a Matera, l'incontro con parenti e amici e una passeggiata che fa male al cuore.
Questo il racconto di Eustacchio, un materano emigrato a Chieti 7 anni per motivi di lavoro e che di ritorno nella sua città natale ha scoperto, sul malgrado, il degrado del parco della murgia materana. Un degrado immortalato in alcune foto e raccontato in un'email inviata all'Ente Parco due settimane fa "e a cui non ho ricevuto nessuna risposta"
"In qualità di appassionato di trekking facente parte dell'associazione TeaTrekking, in questi giorni sono tornato in città e ne ho approfittato per fare qualche passeggiata nella Murgia. Erano due anni che non girovagavo nella gravina, e sono rimasto sorpreso della situazione che ho trovato. Dal sentiero che parte da Porta Pistola si sentiva un olezzo poco rassicurante: ciò che scorreva non era acqua ma schiuma maleodorante.
I due poveri ponticelli sapevo che brutta fine avevano fatto, però pensavo di trovarne altri, infatti abbiamo dovuto rinunciare alla visita di Murgecchia: un consiglio che vi posso dare è il ripristino dei ponti, mi ricordo quanta gente visitava Madonna di Monteverde due anni fa, un gioiello che sembrava rivivere dopo anni di incurie. Senza ponte per raggiungerla si deve fare un pellegrinaggio più che una passeggiata piacevole, e rimarrebbe quindi visitabile solo da appassionati di trekking come il sottoscritto.
Ho anche notato che la sentieristica ha subito qualche danno e che alcuni piedistalli che danno informazioni sui luoghi che si stanno visitando sono diventati illeggibili.
Attraverso gli organi di stampa ho seguito l'impegno che l'Ente Parco ha messo nel cercar di rendere il Parco sempre migliore, e da materano ve ne sono grato, però mi fa rabbia vedere luoghi, nella provincia teatina, che in quanto a bellezza non hanno niente a che vedere con la murgia materana, ma che potendo contare su infrastrutture, sentieristica, pulizia vedono la presenza di tanta gente e tante famiglie. Sono molto orgoglioso della mia terra d'origine, e credo che con alcuni accorgimenti si posso diventare un modello da esportare".
IN allegato la foto scattata il 9 giugno scorso
Questo il racconto di Eustacchio, un materano emigrato a Chieti 7 anni per motivi di lavoro e che di ritorno nella sua città natale ha scoperto, sul malgrado, il degrado del parco della murgia materana. Un degrado immortalato in alcune foto e raccontato in un'email inviata all'Ente Parco due settimane fa "e a cui non ho ricevuto nessuna risposta"
"In qualità di appassionato di trekking facente parte dell'associazione TeaTrekking, in questi giorni sono tornato in città e ne ho approfittato per fare qualche passeggiata nella Murgia. Erano due anni che non girovagavo nella gravina, e sono rimasto sorpreso della situazione che ho trovato. Dal sentiero che parte da Porta Pistola si sentiva un olezzo poco rassicurante: ciò che scorreva non era acqua ma schiuma maleodorante.
I due poveri ponticelli sapevo che brutta fine avevano fatto, però pensavo di trovarne altri, infatti abbiamo dovuto rinunciare alla visita di Murgecchia: un consiglio che vi posso dare è il ripristino dei ponti, mi ricordo quanta gente visitava Madonna di Monteverde due anni fa, un gioiello che sembrava rivivere dopo anni di incurie. Senza ponte per raggiungerla si deve fare un pellegrinaggio più che una passeggiata piacevole, e rimarrebbe quindi visitabile solo da appassionati di trekking come il sottoscritto.
Ho anche notato che la sentieristica ha subito qualche danno e che alcuni piedistalli che danno informazioni sui luoghi che si stanno visitando sono diventati illeggibili.
Attraverso gli organi di stampa ho seguito l'impegno che l'Ente Parco ha messo nel cercar di rendere il Parco sempre migliore, e da materano ve ne sono grato, però mi fa rabbia vedere luoghi, nella provincia teatina, che in quanto a bellezza non hanno niente a che vedere con la murgia materana, ma che potendo contare su infrastrutture, sentieristica, pulizia vedono la presenza di tanta gente e tante famiglie. Sono molto orgoglioso della mia terra d'origine, e credo che con alcuni accorgimenti si posso diventare un modello da esportare".
IN allegato la foto scattata il 9 giugno scorso