Corte dei Conti, un convegno sul contrasto alla corruzione
All'incontro hanno partecipato avvocati e magistrati
venerdì 7 novembre 2014
14.56
La corruzione nella Regione Basilicata è dilagante, così come in tutta Italia. Un ruolo centrale di controllo e di vigilanza nell'ambito del contrasto alla corruzione amministrativa lucana ce l'ha la Corte dei Conti il cui lavoro è stato al centro del dibattito tenutosi nella sala convegni della Mediateca di Matera.
Il convegno giuridico è stato presieduto dal procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, e ha visto la partecipazione del presidente delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti in Sede Giurisdizionale, Alberto Avoli, che è stato anche procuratore regionale della Corte dei Conti in Basilicata dal 1997 al 2000, e dal procuratore in carica Michele Oricchio.
L'incontro è iniziato con i saluti del sindaco di Matera, Salvatore Adduce, del presidente del tribunale di Matera, Giuseppe Attimonelli Petraglione e Nicola Rocco, presidente dell'Ordine degli Avvocati.
Adduce nel suo intervento ha illustrato il lavoro del Comune di Matera in ordine alle normative sul piano trasparenza e anticorruzione: "Con il dirigente dell'avvocatura comunale, Enrica Onorati, e il segretario generale del Comune di Matera, Antonio Fasenella, abbiamo lavorato sull'organizzazione interna a favore del contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione e sul rapporto con la società e le scuole".
Poi il dibattito è sceso sempre più in profondità con l'intervento di Nicola Rocco: "La percezione del fenomeno corruttivo che si ha nel nostro Paese è debordante. Le lungaggini dei processi sono questioni che incidono pesantemente sul fenomeno corruttivo". E denuncia: "Ci sono tante leggi, tanti commi, che sono scritti in un italiano incomprensibile. Bisogna sfoltirle, perché sono un problema nella pratica quotidiana", e ammette: "Ci vuole più investimento per la formazione nella pubblica amministrazione".
Mentre Attimonelli ha manifestato un certo pessimismo sulle norme contro la corruzione e "sui rimedi normativi che vengono applicati. C'è sempre il sistema di eludere le norme e l'autorità anti-corruzione. I sistemi di controllo sono inefficaci". Ed individua la questione di fondo: "Il nocciolo è che in Italia è una questione di mentalità, di accettazione della corruzione. A mio avviso il vero problema italiano è la mancanza di condanna sociale per i corruttori e concussori. La corruzione si batte condannando i responsabili. I corrotti sono i primi nemici della Repubblica".
Enrica Onorati ha affrontato il tema della corruzione in ottica amministrativa: "Dobbiamo riscattare il prestigio della pubblica amministrazione. Per arginare il fenomeno corruttivo, noi pubblici dipendenti, dobbiamo recuperare lo spirito di servizio nei confronti della nazione, come dice l'art.98 della Costituzione. Se non recuperiamo lo spirito di servizio è inutile elaborare leggi".
Il convegno continuerà per tutto il pomeriggio con interventi da parte di magistrati ed avvocati che tenteranno di dare delle risposte sul tema posto al centro del tavolo giuridico.
Il convegno giuridico è stato presieduto dal procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, e ha visto la partecipazione del presidente delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti in Sede Giurisdizionale, Alberto Avoli, che è stato anche procuratore regionale della Corte dei Conti in Basilicata dal 1997 al 2000, e dal procuratore in carica Michele Oricchio.
L'incontro è iniziato con i saluti del sindaco di Matera, Salvatore Adduce, del presidente del tribunale di Matera, Giuseppe Attimonelli Petraglione e Nicola Rocco, presidente dell'Ordine degli Avvocati.
Adduce nel suo intervento ha illustrato il lavoro del Comune di Matera in ordine alle normative sul piano trasparenza e anticorruzione: "Con il dirigente dell'avvocatura comunale, Enrica Onorati, e il segretario generale del Comune di Matera, Antonio Fasenella, abbiamo lavorato sull'organizzazione interna a favore del contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione e sul rapporto con la società e le scuole".
Poi il dibattito è sceso sempre più in profondità con l'intervento di Nicola Rocco: "La percezione del fenomeno corruttivo che si ha nel nostro Paese è debordante. Le lungaggini dei processi sono questioni che incidono pesantemente sul fenomeno corruttivo". E denuncia: "Ci sono tante leggi, tanti commi, che sono scritti in un italiano incomprensibile. Bisogna sfoltirle, perché sono un problema nella pratica quotidiana", e ammette: "Ci vuole più investimento per la formazione nella pubblica amministrazione".
Mentre Attimonelli ha manifestato un certo pessimismo sulle norme contro la corruzione e "sui rimedi normativi che vengono applicati. C'è sempre il sistema di eludere le norme e l'autorità anti-corruzione. I sistemi di controllo sono inefficaci". Ed individua la questione di fondo: "Il nocciolo è che in Italia è una questione di mentalità, di accettazione della corruzione. A mio avviso il vero problema italiano è la mancanza di condanna sociale per i corruttori e concussori. La corruzione si batte condannando i responsabili. I corrotti sono i primi nemici della Repubblica".
Enrica Onorati ha affrontato il tema della corruzione in ottica amministrativa: "Dobbiamo riscattare il prestigio della pubblica amministrazione. Per arginare il fenomeno corruttivo, noi pubblici dipendenti, dobbiamo recuperare lo spirito di servizio nei confronti della nazione, come dice l'art.98 della Costituzione. Se non recuperiamo lo spirito di servizio è inutile elaborare leggi".
Il convegno continuerà per tutto il pomeriggio con interventi da parte di magistrati ed avvocati che tenteranno di dare delle risposte sul tema posto al centro del tavolo giuridico.