Corruzione e malaffare in Basilicata, chiediamo l'attivazione di strumenti di contrasto efficaci
Dura accusa del consigliere Leggieri
giovedì 23 febbraio 2017
Si è aperta in Basilicata una vera e propria questione morale che coinvolge politica, amministrazione pubblica e imprenditoria.
Le notizie delle ultime settimane creano grandi perplessità e non possono essere certamente sottovalutate. Prima la notizia di possibili infiltrazioni della 'ndrangheta nel sistema regionale, poi la questione Eipli.
Le due inchieste richiamate coinvolgono purtroppo nomi eccellenti della politica lucana (si parla di uno stretto collaboratore del Presidente Pittella, di consiglieri regionali del PD, di amministratori di Enti regionali) e lanciano ombre lunghe sul sistema regionale. Inchieste con arresti e accuse pesanti che aprono necessariamente ad una riflessione necessaria sullo stato di salute del sistema regionale per quanto attiene al tema della legalità.
Corruzione e malaffare, se si dovesse giudicare sulla scorta delle ultime notizie, sembrano dilagare e aver ormai messo radici solide nell'apparato amministrativo e politico lucano.
E' necessario però procedere con i piedi di piombo e dare il tempo alla magistratura di fare i dovuti approfondimenti per giungere alla verità. Non è tempo di giudizi sommari perché il tema è troppo importante per fermarsi agli slogan. Occorre essere serie e attenti, ma non fare sconti a nessuno. Aspettiamo il lavoro della magistratura, ma allo stesso tempo poniamo un problema politico. Quanto è solido il sistema Basilicata e quanto è in grado di resistere agli attacchi della corruzione e del malaffare? Abbiamo il dovere di aprire questa riflessione, per valutare la reale capacità della Regione Basilicata di restare impermeabile rispetto ai tentativi del malaffare organizzato di inserirsi all'interno del sistema.
Per questo riteniamo che la palla debba passare alla politica, perché al di là di quelle che possono essere le decisioni dei magistrati, il problema morale si risolve solamente con un intervento politico. L'idea è quella di una commissione consiliare speciale d'inchiesta che faccia luce sulle tante situazioni opache dove spesso si annida il malaffare come la storia ha insegnato.
Una commissione di inchiesta che non solo si limiti ad analizzare la situazione attuale e lo stato di salute della politica lucana e dell'amministrazione pubblica, ma anche soprattutto che possa proporre nuovi strumenti e ricette per rafforzare gli anticorpi necessari a combattere la malattia. Insomma, crediamo sia necessario istituire una commissione antimafia ed anticorruzione per monitorare e verificare il rispetto e la realizzazione di tutte le misure idonee a prevenire la corruzione e l'illegalità previste dal Piano Triennale di Prevenzione alla corruzione (PTPC), per la verifica dell'adempimento degli obblighi in tema di trasparenza, pubblicazioni obbligatorie ed effettivo accesso telematico a dati, ma anche per approfondire la comprensione del fenomeno "mafioso" e documentarne i contorni in una relazione da produrre entro 1 anno dall'insediamento (soprattutto al fine di tracciare le dinamica del fenomeno mafioso e le eventuali connessioni con gli organismi istituzionali e la politica regionale e locale).
E' chiaro che la Regione Basilicata non è più isola "felix" e non lo è da tempo, occorre capire, però, quanto grande sia il problema che dobbiamo affrontare nei prossimi anni per ripulire la nostra terra.
Le notizie delle ultime settimane creano grandi perplessità e non possono essere certamente sottovalutate. Prima la notizia di possibili infiltrazioni della 'ndrangheta nel sistema regionale, poi la questione Eipli.
Le due inchieste richiamate coinvolgono purtroppo nomi eccellenti della politica lucana (si parla di uno stretto collaboratore del Presidente Pittella, di consiglieri regionali del PD, di amministratori di Enti regionali) e lanciano ombre lunghe sul sistema regionale. Inchieste con arresti e accuse pesanti che aprono necessariamente ad una riflessione necessaria sullo stato di salute del sistema regionale per quanto attiene al tema della legalità.
Corruzione e malaffare, se si dovesse giudicare sulla scorta delle ultime notizie, sembrano dilagare e aver ormai messo radici solide nell'apparato amministrativo e politico lucano.
E' necessario però procedere con i piedi di piombo e dare il tempo alla magistratura di fare i dovuti approfondimenti per giungere alla verità. Non è tempo di giudizi sommari perché il tema è troppo importante per fermarsi agli slogan. Occorre essere serie e attenti, ma non fare sconti a nessuno. Aspettiamo il lavoro della magistratura, ma allo stesso tempo poniamo un problema politico. Quanto è solido il sistema Basilicata e quanto è in grado di resistere agli attacchi della corruzione e del malaffare? Abbiamo il dovere di aprire questa riflessione, per valutare la reale capacità della Regione Basilicata di restare impermeabile rispetto ai tentativi del malaffare organizzato di inserirsi all'interno del sistema.
Per questo riteniamo che la palla debba passare alla politica, perché al di là di quelle che possono essere le decisioni dei magistrati, il problema morale si risolve solamente con un intervento politico. L'idea è quella di una commissione consiliare speciale d'inchiesta che faccia luce sulle tante situazioni opache dove spesso si annida il malaffare come la storia ha insegnato.
Una commissione di inchiesta che non solo si limiti ad analizzare la situazione attuale e lo stato di salute della politica lucana e dell'amministrazione pubblica, ma anche soprattutto che possa proporre nuovi strumenti e ricette per rafforzare gli anticorpi necessari a combattere la malattia. Insomma, crediamo sia necessario istituire una commissione antimafia ed anticorruzione per monitorare e verificare il rispetto e la realizzazione di tutte le misure idonee a prevenire la corruzione e l'illegalità previste dal Piano Triennale di Prevenzione alla corruzione (PTPC), per la verifica dell'adempimento degli obblighi in tema di trasparenza, pubblicazioni obbligatorie ed effettivo accesso telematico a dati, ma anche per approfondire la comprensione del fenomeno "mafioso" e documentarne i contorni in una relazione da produrre entro 1 anno dall'insediamento (soprattutto al fine di tracciare le dinamica del fenomeno mafioso e le eventuali connessioni con gli organismi istituzionali e la politica regionale e locale).
E' chiaro che la Regione Basilicata non è più isola "felix" e non lo è da tempo, occorre capire, però, quanto grande sia il problema che dobbiamo affrontare nei prossimi anni per ripulire la nostra terra.