Consorzio di Bonifica: Cia chiede annullamento elezioni
Violati diritti. La Cia chiede al Tar l’azzeramento della consultazione.
sabato 21 luglio 2018
Pur non essendo ancora stati ufficializzati i dati delle votazioni per eleggere i rappresentanti in seno all'ente del Consorzio di Bonifica, dubbi sulla legittimità della consultazione vengono sollevati da più parti.
Già nei giorni scorsi il Movimento Riscatto aveva, a più riprese, inveito contro la regolarità delle elezioni in seno all'ente di Bonifica.
Questa volta a parlare sono gli esponenti della Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, non convinti sulla legittimità della consultazione, in aperta polemica con la Coldiretti e con i vertici dell'ente.
La Cia non si fida delle dichiarazioni di soddisfazione della Coldiretti, che ha avvallato le elezioni, esultando per la massiccia partecipazione e per il "ritorno dell'autogoverno delle imprese agricole in materia di Bonifica", e per un risultato che la proietta ad essere- "unica rappresentante delle Imprese Agricole lucane".
In realtà- spiega Donato Di Stefano, Coordinatore regionale della Cia- a quanto ci risulta, sui circa 35mila aventi diritto al voto, se ne sono presentati circa un migliaio.
Dunque, se i dati dovessero essere confermati, avrebbe votato circa il 2 per centro degli aventi diritto. Un dato preoccupante per la Cia, che meriterebbe una riflessione su come si è arrivati a queste lezioni, sulle regole (a partire dalla legge regionale istitutiva del Consorzio) e sulla capacità di gestione della delicata fase pre-elettorale da parte del Consorzio.
Insomma, per la Cia qualcosa non ha funzionato e il disamore per le sorti dell'ente rappresentato dall'astensionismo, ne è la riprova. Perché "al primo atto, nella cosiddetta fase di democratizzazione, il nuovo Consorzio ha dimostrato il proprio totale fallimento".
"Come Cia -sottolinea Di Stefano- avevamo quasi creduto che finalmente si era deciso di mettere in piedi una vera struttura di servizio per l'agricoltura, per il territorio e per l'ambiente". Ma le aspettative sono state disattese.
La Cia sperava in "una struttura democratica, efficiente ed efficace, sana, capace di rilanciare una vera azione in materia di bonifica e irrigazione, accumulo e gestione delle acque, salvaguardia e sicurezza dei territori", ma questo, secondo Di Stefano, non è avvenuto.
Per tutto questo la Cia ha ribadito la volontà di sospendere la consultazione, volontà riconfermata con la richiesta al TAR di annullamento della consultazione del 15 luglio 2018, ritenendo violati taluni legittimi ed elementari diritti in una competizione, che tra le altre cose è stata "viziata, da accordi politici sottobanco"- con un chiaro riferimento del responsabile regionale della Cia, Di Stefano. al rapporto tra l'attuale commissario dell'Ente e la Coldiretti".
Ulteriore parentesi di una vicenda, che sembra non avere mai fine.
Già nei giorni scorsi il Movimento Riscatto aveva, a più riprese, inveito contro la regolarità delle elezioni in seno all'ente di Bonifica.
Questa volta a parlare sono gli esponenti della Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, non convinti sulla legittimità della consultazione, in aperta polemica con la Coldiretti e con i vertici dell'ente.
La Cia non si fida delle dichiarazioni di soddisfazione della Coldiretti, che ha avvallato le elezioni, esultando per la massiccia partecipazione e per il "ritorno dell'autogoverno delle imprese agricole in materia di Bonifica", e per un risultato che la proietta ad essere- "unica rappresentante delle Imprese Agricole lucane".
In realtà- spiega Donato Di Stefano, Coordinatore regionale della Cia- a quanto ci risulta, sui circa 35mila aventi diritto al voto, se ne sono presentati circa un migliaio.
Dunque, se i dati dovessero essere confermati, avrebbe votato circa il 2 per centro degli aventi diritto. Un dato preoccupante per la Cia, che meriterebbe una riflessione su come si è arrivati a queste lezioni, sulle regole (a partire dalla legge regionale istitutiva del Consorzio) e sulla capacità di gestione della delicata fase pre-elettorale da parte del Consorzio.
Insomma, per la Cia qualcosa non ha funzionato e il disamore per le sorti dell'ente rappresentato dall'astensionismo, ne è la riprova. Perché "al primo atto, nella cosiddetta fase di democratizzazione, il nuovo Consorzio ha dimostrato il proprio totale fallimento".
"Come Cia -sottolinea Di Stefano- avevamo quasi creduto che finalmente si era deciso di mettere in piedi una vera struttura di servizio per l'agricoltura, per il territorio e per l'ambiente". Ma le aspettative sono state disattese.
La Cia sperava in "una struttura democratica, efficiente ed efficace, sana, capace di rilanciare una vera azione in materia di bonifica e irrigazione, accumulo e gestione delle acque, salvaguardia e sicurezza dei territori", ma questo, secondo Di Stefano, non è avvenuto.
Per tutto questo la Cia ha ribadito la volontà di sospendere la consultazione, volontà riconfermata con la richiesta al TAR di annullamento della consultazione del 15 luglio 2018, ritenendo violati taluni legittimi ed elementari diritti in una competizione, che tra le altre cose è stata "viziata, da accordi politici sottobanco"- con un chiaro riferimento del responsabile regionale della Cia, Di Stefano. al rapporto tra l'attuale commissario dell'Ente e la Coldiretti".
Ulteriore parentesi di una vicenda, che sembra non avere mai fine.