Consiglio comunale, sì al bilancio di previsione e piano triennale opere
Governo cittadino tallonato dalla minoranza su presunti vizi di forma degli atti
domenica 1 maggio 2016
L'ultima assise consiliare di Matera è stata contraddistinta dall'approvazione del bilancio di previsione 2016 e del piano triennale delle opere pubbliche 2016-2018. Certamente un passo fondamentale per l'amministrazione De Ruggieri e la sua maggioranza, anche se messi in difficoltà dalla minoranza dopo un'ampia discussione su presunti vizi di forma degli atti comunali.
Ma prima dell'argomento scottante posto come ultimo punto all'ordine del giorno, il consiglio comunale ha iniziato i lavori con l'approvazione all'unanimità della delibera sull'adesione del Comune di Ferrandina al Sub-ambito 1 per la gestione associata del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbana, e il dibattito attorno alla questione del piano delle alienazioni per gli anni 2016, 2017 e 2018 e delle valorizzazioni immobiliari ai sensi della Legge 6/08/2008 numero 133.
Quest'ultimo è stato un altro tema caldo che ha accesso gli animi della minoranza, in avanscoperta soprattutto su un bene demaniale inserito all'interno del piano dismissione fabbricati comunali, l'ex scuola Alessandro Volta in via Lucana. "La nostra opposizione alla vendita dell'ex scuola media – ha affermato il consigliere dem, Giovanni Scarola – è motivata dall'alto livello culturale che essa riveste, e tra l'altro è necessario un parere da parte del Mibact prima di procedere con l'iter". Per questo motivo la minoranza ha presentato un emendamento che richiedeva di sostituire all'interno del piano - sempre computando la stessa somma rinveniente da un'eventuale alienazione - l'edificio scolastico con l'inattivo macello Ortomatt, collocato nei pressi dell'area industriale di La Martella e l'ex casello Fal situato via Cappelluti. Poi la proposta è stata archiviata con la bocciatura da parte della maggioranza.
A fare chiarezza sullo stabile, un tempo adibito a istituto scolastico delle medie, ci ha pensato il sindaco De Ruggieri: "Si tratta di un bene non da trasferire senza vincoli perché va ribadito il suo uso pubblico, con una possibile specifica destinazione culturale. Infatti quando si programmò il polo archeologico cittadino si decise di costruire la nuova ala espositiva del Museo Ridola, struttura poi realizzata, e di inglobare nel Polo l'immobile comunale dell'istituto Volta quale luogo in cui insediare gli uffici e i servizi al pubblico del Museo (area didattica, laboratori, area espositiva, ecc). Purtroppo tale progetto integrato non venne attuato e la nuova area espositiva è stata, quindi, sottratta al suo ruolo e destinata incoerentemente agli uffici". Dopo 30 anni di silenzio l'inserimento della 'Volta' nel piano comunale di trasferimento mira, dunque, a recuperare tale obiettivo e anche a provocare un patto transattivo con lo Stato, creditore verso il Comune di ingenti somme, per illegittime procedure espropriative di suoli statali, credito da compensare anche da aree comunali occupate senza titolo dallo Stato, sempre in attuazione del programma FIO 1984 (suolo del Paip ove è insediato il Laboratorio di Restauro e la centrale area di via Volta ove è presente il nuovo edificio del Museo Ridola)".
Invece il consigliere di Forza Italia, Michele Casino, ha lasciato trapelare tutto il suo disappunto sull'operato dell'amministrazione nel settore patrimonio. "E' possibile – si è chiesto provocatoriamente – avere un censimento chiaro su quali sono le proprietà del Comune? La delibera di giunta deve essere definita su dati certi e non presunti. Spero – conclude Casino – in un organico competente nell'imminente ridefinizione della giunta". In seguito si è giunti alla votazione della proposta di delibera - contenente altri quattro edifici per un valore complessivo di 5milioni e 450mila euro - che ha ottenuto l'approvazione del consiglio con 20 voti favorevoli e 9 contrari.
Il penultimo punto all'ordine del giorno ha interessato l'individuazione di aree di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie. Un punto non particolarmente esaminato che è stato approvato con 20 voti favorevoli e 10 contrari.
In seguito è stato dato spazio alle controverse analisi sul bilancio di previsione 2016 e la programmazione triennale delle opere pubbliche. L'assessore al bilancio, Eustachio Quintano, ha rimarcato il primo punto
cardine di ogni bilancio, la certezza delle entrate: "Abbiamo previsto e costituito un fondo crediti di dubbia esigibilità di 2milioni e 350mila euro che potrà subentrare nel caso di pronunciamento sfavorevole del Tar nei confronti del Comune, che ha previsto l'aliquota Tasi all'1,8%, deliberata dapprima in giunta e poi in consiglio comunale. E si puntualizza che l'imposta, essendo stata abolita sulla prima casa, resterà esclusivamente a carico delle fasce sociali più benestanti trattandosi di proprietari con più di una abitazione". Inoltre con l'inserimento della Cosap al posto della Tosap è stato costituito, ha aggiunto l'assessore, "un maggior gettito che potrà coprire finanziariamente le politiche sociali".
Mentre sul versante della programmazione delle opere pubbliche la minoranza ha sferrato diversi attacchi riguardo a vizi presunti di legittimità degli atti comunali. In particolare il centro-sinistra ha accusato duramente il dirigente del settore ai lavori pubblici, Sante Lomurno, reo di: "non aver atteso la 'superiore approvazione' da parte della Regione Basilicata e del Ministero dello Sviluppo Economico – come ha affermato l'ex sindaco e capogruppo del centro-sinistra, Salvatore Adduce - per la rimodulazione degli interventi finanziati con il FSC di cui alla Delibera di Giunta Municipale n. 56 del 02/03/2016; non aver provveduto alla regolare pubblicazione dell'elenco annuale e del piano triennale delle opere pubbliche così come modificato con Delibera di Giunta Municipale n. 60 dell'8/03/2016per la durata prevista dall'art. 128 del Dlgs. 163/2006 (60 giorni); nel frattempo, cosa davvero gravissima, senza attendere l'approvazione da parte del Consiglio Comunale, che è l'organo che integra l'efficacia di tutti gli atti di programmazione sopra richiamati, ha già provveduto ad affidare a professionisti esterni incarichi di progettazione per le opere incluse nel piano annuale 2016. Tra l'altro, alcuni incarichi sono stati affidati ancor prima dell'adozione della Delibera di Giunta Municipale n. 60 dell'8/03/2016 per interventi che risulteranno successivamente modificati proprio dalla medesima Delibera".
Invettive che hanno destabilizzato la maggioranza, a tal punto da richiedere una sospensione dell'assise consiliare. Alla ripresa della seduta, l'ingegnere Lomurno si è difeso tenendo a precisare che "erano state proposte alcune modifiche non sostanziali rimodulazione finanziaria e/o di puntuale specificazione e di adeguamento di voci di opere pubbliche già inserite nella delibera madre del gennaio 2016". Così come il segretario generale, Maria Angela Ettorre, ha smentito alcune criticità sulla vicenda dei 'precoci' assegnazioni ad incarichi di progettazione: "Non c'è stato nessun impegno di risorse del 2016, ma solamente affidamenti di incarichi e stanziamenti di risorse su progetti previsti nel capitolo di bilancio ad hoc del 2015".
La parola fine alla diatriba l'ha posta il primo cittadino di Matera, ringraziando sentitamente lo staff dei dirigenti interessati, Sante Lomurno e Maria Giovinazzi, e gli assessori al bilancio e ai lavori pubblici, Eustachio Quintano e Antonella Prete, per il 'proficuo lavoro svolto'. "Ancora una volta – ha commentato De Ruggieri in merito agli attacchi mirati del centro-sinistra - si inseguono presunte illegittimità formali per tentare di affossare il bilancio comunale, non avendo alcuna concreta questione di merito da censurare o da denunciare. Invocare modifiche sostanziali al piano triennale delle Opere pubbliche è un tentativo inutile per riproporre la minaccia di percorsi giudiziari, ignorando che non si tratta di modifiche sostanziali bensì rimodulazione finanziaria e/o di puntuale specificazione e di adeguamento di voci di opere pubbliche già inserite nella delibera madre del gennaio 2016".
A conclusione della seduta, i consiglieri hanno approvato l'ultimo punto all'ordine del giorno con 20 voti favorevoli, 1 contrario (di Antonio Materdomini del Movimento 5 Stelle) e l'abbandono dell'aula da parte centro-sinistra in piena polemica con il governo cittadino.
Ma prima dell'argomento scottante posto come ultimo punto all'ordine del giorno, il consiglio comunale ha iniziato i lavori con l'approvazione all'unanimità della delibera sull'adesione del Comune di Ferrandina al Sub-ambito 1 per la gestione associata del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti urbana, e il dibattito attorno alla questione del piano delle alienazioni per gli anni 2016, 2017 e 2018 e delle valorizzazioni immobiliari ai sensi della Legge 6/08/2008 numero 133.
Quest'ultimo è stato un altro tema caldo che ha accesso gli animi della minoranza, in avanscoperta soprattutto su un bene demaniale inserito all'interno del piano dismissione fabbricati comunali, l'ex scuola Alessandro Volta in via Lucana. "La nostra opposizione alla vendita dell'ex scuola media – ha affermato il consigliere dem, Giovanni Scarola – è motivata dall'alto livello culturale che essa riveste, e tra l'altro è necessario un parere da parte del Mibact prima di procedere con l'iter". Per questo motivo la minoranza ha presentato un emendamento che richiedeva di sostituire all'interno del piano - sempre computando la stessa somma rinveniente da un'eventuale alienazione - l'edificio scolastico con l'inattivo macello Ortomatt, collocato nei pressi dell'area industriale di La Martella e l'ex casello Fal situato via Cappelluti. Poi la proposta è stata archiviata con la bocciatura da parte della maggioranza.
A fare chiarezza sullo stabile, un tempo adibito a istituto scolastico delle medie, ci ha pensato il sindaco De Ruggieri: "Si tratta di un bene non da trasferire senza vincoli perché va ribadito il suo uso pubblico, con una possibile specifica destinazione culturale. Infatti quando si programmò il polo archeologico cittadino si decise di costruire la nuova ala espositiva del Museo Ridola, struttura poi realizzata, e di inglobare nel Polo l'immobile comunale dell'istituto Volta quale luogo in cui insediare gli uffici e i servizi al pubblico del Museo (area didattica, laboratori, area espositiva, ecc). Purtroppo tale progetto integrato non venne attuato e la nuova area espositiva è stata, quindi, sottratta al suo ruolo e destinata incoerentemente agli uffici". Dopo 30 anni di silenzio l'inserimento della 'Volta' nel piano comunale di trasferimento mira, dunque, a recuperare tale obiettivo e anche a provocare un patto transattivo con lo Stato, creditore verso il Comune di ingenti somme, per illegittime procedure espropriative di suoli statali, credito da compensare anche da aree comunali occupate senza titolo dallo Stato, sempre in attuazione del programma FIO 1984 (suolo del Paip ove è insediato il Laboratorio di Restauro e la centrale area di via Volta ove è presente il nuovo edificio del Museo Ridola)".
Invece il consigliere di Forza Italia, Michele Casino, ha lasciato trapelare tutto il suo disappunto sull'operato dell'amministrazione nel settore patrimonio. "E' possibile – si è chiesto provocatoriamente – avere un censimento chiaro su quali sono le proprietà del Comune? La delibera di giunta deve essere definita su dati certi e non presunti. Spero – conclude Casino – in un organico competente nell'imminente ridefinizione della giunta". In seguito si è giunti alla votazione della proposta di delibera - contenente altri quattro edifici per un valore complessivo di 5milioni e 450mila euro - che ha ottenuto l'approvazione del consiglio con 20 voti favorevoli e 9 contrari.
Il penultimo punto all'ordine del giorno ha interessato l'individuazione di aree di aree e fabbricati da destinarsi alla residenza, alle attività produttive e terziarie. Un punto non particolarmente esaminato che è stato approvato con 20 voti favorevoli e 10 contrari.
In seguito è stato dato spazio alle controverse analisi sul bilancio di previsione 2016 e la programmazione triennale delle opere pubbliche. L'assessore al bilancio, Eustachio Quintano, ha rimarcato il primo punto
cardine di ogni bilancio, la certezza delle entrate: "Abbiamo previsto e costituito un fondo crediti di dubbia esigibilità di 2milioni e 350mila euro che potrà subentrare nel caso di pronunciamento sfavorevole del Tar nei confronti del Comune, che ha previsto l'aliquota Tasi all'1,8%, deliberata dapprima in giunta e poi in consiglio comunale. E si puntualizza che l'imposta, essendo stata abolita sulla prima casa, resterà esclusivamente a carico delle fasce sociali più benestanti trattandosi di proprietari con più di una abitazione". Inoltre con l'inserimento della Cosap al posto della Tosap è stato costituito, ha aggiunto l'assessore, "un maggior gettito che potrà coprire finanziariamente le politiche sociali".
Mentre sul versante della programmazione delle opere pubbliche la minoranza ha sferrato diversi attacchi riguardo a vizi presunti di legittimità degli atti comunali. In particolare il centro-sinistra ha accusato duramente il dirigente del settore ai lavori pubblici, Sante Lomurno, reo di: "non aver atteso la 'superiore approvazione' da parte della Regione Basilicata e del Ministero dello Sviluppo Economico – come ha affermato l'ex sindaco e capogruppo del centro-sinistra, Salvatore Adduce - per la rimodulazione degli interventi finanziati con il FSC di cui alla Delibera di Giunta Municipale n. 56 del 02/03/2016; non aver provveduto alla regolare pubblicazione dell'elenco annuale e del piano triennale delle opere pubbliche così come modificato con Delibera di Giunta Municipale n. 60 dell'8/03/2016per la durata prevista dall'art. 128 del Dlgs. 163/2006 (60 giorni); nel frattempo, cosa davvero gravissima, senza attendere l'approvazione da parte del Consiglio Comunale, che è l'organo che integra l'efficacia di tutti gli atti di programmazione sopra richiamati, ha già provveduto ad affidare a professionisti esterni incarichi di progettazione per le opere incluse nel piano annuale 2016. Tra l'altro, alcuni incarichi sono stati affidati ancor prima dell'adozione della Delibera di Giunta Municipale n. 60 dell'8/03/2016 per interventi che risulteranno successivamente modificati proprio dalla medesima Delibera".
Invettive che hanno destabilizzato la maggioranza, a tal punto da richiedere una sospensione dell'assise consiliare. Alla ripresa della seduta, l'ingegnere Lomurno si è difeso tenendo a precisare che "erano state proposte alcune modifiche non sostanziali rimodulazione finanziaria e/o di puntuale specificazione e di adeguamento di voci di opere pubbliche già inserite nella delibera madre del gennaio 2016". Così come il segretario generale, Maria Angela Ettorre, ha smentito alcune criticità sulla vicenda dei 'precoci' assegnazioni ad incarichi di progettazione: "Non c'è stato nessun impegno di risorse del 2016, ma solamente affidamenti di incarichi e stanziamenti di risorse su progetti previsti nel capitolo di bilancio ad hoc del 2015".
La parola fine alla diatriba l'ha posta il primo cittadino di Matera, ringraziando sentitamente lo staff dei dirigenti interessati, Sante Lomurno e Maria Giovinazzi, e gli assessori al bilancio e ai lavori pubblici, Eustachio Quintano e Antonella Prete, per il 'proficuo lavoro svolto'. "Ancora una volta – ha commentato De Ruggieri in merito agli attacchi mirati del centro-sinistra - si inseguono presunte illegittimità formali per tentare di affossare il bilancio comunale, non avendo alcuna concreta questione di merito da censurare o da denunciare. Invocare modifiche sostanziali al piano triennale delle Opere pubbliche è un tentativo inutile per riproporre la minaccia di percorsi giudiziari, ignorando che non si tratta di modifiche sostanziali bensì rimodulazione finanziaria e/o di puntuale specificazione e di adeguamento di voci di opere pubbliche già inserite nella delibera madre del gennaio 2016".
A conclusione della seduta, i consiglieri hanno approvato l'ultimo punto all'ordine del giorno con 20 voti favorevoli, 1 contrario (di Antonio Materdomini del Movimento 5 Stelle) e l'abbandono dell'aula da parte centro-sinistra in piena polemica con il governo cittadino.