Confapi Matera contro le nuove modifiche sui contratti a termine

"Serve stabilità legislativa, le imprese si sentono sfiduciate"

domenica 15 febbraio 2015 13.02
A cura di Marco Delli Noci
Nuova ipotesi allo studio del governo centrale nell'ambito dei contratti a termine.

Il 20 febbraio è prevista una riunione del consiglio dei ministri che dovrà 'partorire' un decreto legislativo riguardo il riordino dei contratti. Una delle modifiche che sta vagliando il governo è una riduzione da 36 a 24 mesi della durata del contratto a termine, portando le proroghe da 5 a 3.

Confapi Matera esprime una valutazione di merito negativa: "Ennesimo cambio di direzione per la disciplina sul lavoro, a distanza di due anni. Le ultime ipotesi paventate dal governo finiscono per destabilizzare le aziende alimentando dubbi e diffidenze". La motivazione è presto detta: "Perché se già oggi valgono regole differenti a seconda degli anni in cui si è assunto, da domani varrà un ulteriore ordine di regole che sfiancherà la già provata voglia di fare imprese".

Per il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, è necessario creare stabilità legislativa, "un quadro di riferimento solido che offra garanzie di certezza a chi opera in contesti fluidi. Lo stallo di immobilismo che ha costretto le PMI all'angolo va rimosso, certo, ma non è sgretolando il quadro normativo che si rimette in moto la ripresa".

E allora cosa manca al governo centrale? "Partire dall'ascolto delle esigenze delle imprese – afferma Acito - capendo che si può crescere solo insieme, imprenditori e personale. Ma se, al contrario, la certezza di avere le risposte produce un atteggiamento di chiusura e si rifiuta di comprendere che a essere in gioco c'è la possibilità di continuare a essere sul mercato in maniera concreta e concorrenziale, di continuare a investire, di continuare a lavorare, allora continueremo a non vedere il problema".