Confapi, cancellazione della Basilicata in atto
Acito: "In corso un'eliminazione 'praeter legem' della Basilicata "
venerdì 19 settembre 2014
9.01
La Basilicata, di fatto, sta subendo un processo di cancellazione. Ad affermarlo è il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, che parla di una serie di azioni che il Governo sta intraprendendo, come il decreto Sblocca Italia, e che conducono ad un'eliminazione 'praeter legem' della Basilicata.
Per Acito è necessario far fronte comune contro questo disegno e non abbassare la guardia, come fanno i parlamentari di fazioni politiche diverse Latronico e Folino contrari a tale cancellazione.
Acito elenca tutte le soppressioni che stanno avvenendo e sono in progetto nel territorio lucano: "Oggi Telecom, Enel, Italgas, Banca d'Italia, Sezione distaccata di Pisticci del Tribunale, Corte d'Appello, Province, Camere di Commercio; domani lo scempio fisico del territorio dopo quello politico; una violenza cui assistiamo impotenti".
La critica del presidente, poi, si sposta sul come si gestiscono le risorse: "Nessuno pensi di concedere autorizzazioni alle estrazioni off shore in una regione vocata al turismo. Sarebbe evidente la stridente contraddizione di uno Stato che eroga cospicue risorse pubbliche per finanziare la realizzazione degli insediamenti turistici sulla fascia jonica ed, in seguito, autorizza le estrazioni in mare, innescando la conseguente desertificazione turistica".
Sul decreto Sblocca Italia, in particolare sull'aumento delle estrazioni petrolifere, ha qualcosa da ridire: "Il territorio non deve essere svenduto e la dignità dei lucani non deve essere calpestata nel nome di non meglio definiti interessi nazionali. Non è solo una questione economica, è in gioco la salute dei cittadini lucani e la salvaguardia dell'ambiente e del territorio, valori che non possono essere barattati con il superiore interesse". D'altronde, continua Acito: "Il decreto Sblocca Italia non è una riforma, perché la maggior parte delle opere che dovrebbe sbloccare non sono immediatamente cantierabili".
L'operato del Governo, fino ad ora, è stato insufficiente perché "di fronte ad un'emergenza sociale ed economica, diamo la priorità alle riforme cosiddette istituzionali (superamento del bicameralismo perfetto, legge elettorale). Questa è la nostra cultura politica: occuparsi del Senato e dell'Italicum mentre le aziende chiudono e i giovani sono senza lavoro".
E continua con le riforme messe in campo: "Il Jobs Act aumenta il dualismo nel mercato del lavoro. La Garanzia Giovani è un flop gigantesco. La riforma della giustizia dimentica le cause di lavoro. La riforma della scuola non va oltre l'effetto-annuncio. I beni culturali sono trattati con la deregulation. La pubblica amministrazione è il capro espiatorio di tutti i mali".
Per Acito la strada maestra per risolvere i problemi economici delle aziende è questa: "Non si può barattare lo sviluppo della Regione con un consistente aumento delle estrazioni petrolifere. Vogliamo superare i vincoli del Patto di Stabilità per non far chiudere le nostre aziende senza cedere al ricatto del Governo? Sforiamo il Patto di Stabilità, sull'esempio della Puglia".
Infine il presidente di Confapi Matera fa appello a tutta la classe politica dirigente lucana e alle associazioni imprenditoriali affinchè difendano gli interessi del territorio.
Per Acito è necessario far fronte comune contro questo disegno e non abbassare la guardia, come fanno i parlamentari di fazioni politiche diverse Latronico e Folino contrari a tale cancellazione.
Acito elenca tutte le soppressioni che stanno avvenendo e sono in progetto nel territorio lucano: "Oggi Telecom, Enel, Italgas, Banca d'Italia, Sezione distaccata di Pisticci del Tribunale, Corte d'Appello, Province, Camere di Commercio; domani lo scempio fisico del territorio dopo quello politico; una violenza cui assistiamo impotenti".
La critica del presidente, poi, si sposta sul come si gestiscono le risorse: "Nessuno pensi di concedere autorizzazioni alle estrazioni off shore in una regione vocata al turismo. Sarebbe evidente la stridente contraddizione di uno Stato che eroga cospicue risorse pubbliche per finanziare la realizzazione degli insediamenti turistici sulla fascia jonica ed, in seguito, autorizza le estrazioni in mare, innescando la conseguente desertificazione turistica".
Sul decreto Sblocca Italia, in particolare sull'aumento delle estrazioni petrolifere, ha qualcosa da ridire: "Il territorio non deve essere svenduto e la dignità dei lucani non deve essere calpestata nel nome di non meglio definiti interessi nazionali. Non è solo una questione economica, è in gioco la salute dei cittadini lucani e la salvaguardia dell'ambiente e del territorio, valori che non possono essere barattati con il superiore interesse". D'altronde, continua Acito: "Il decreto Sblocca Italia non è una riforma, perché la maggior parte delle opere che dovrebbe sbloccare non sono immediatamente cantierabili".
L'operato del Governo, fino ad ora, è stato insufficiente perché "di fronte ad un'emergenza sociale ed economica, diamo la priorità alle riforme cosiddette istituzionali (superamento del bicameralismo perfetto, legge elettorale). Questa è la nostra cultura politica: occuparsi del Senato e dell'Italicum mentre le aziende chiudono e i giovani sono senza lavoro".
E continua con le riforme messe in campo: "Il Jobs Act aumenta il dualismo nel mercato del lavoro. La Garanzia Giovani è un flop gigantesco. La riforma della giustizia dimentica le cause di lavoro. La riforma della scuola non va oltre l'effetto-annuncio. I beni culturali sono trattati con la deregulation. La pubblica amministrazione è il capro espiatorio di tutti i mali".
Per Acito la strada maestra per risolvere i problemi economici delle aziende è questa: "Non si può barattare lo sviluppo della Regione con un consistente aumento delle estrazioni petrolifere. Vogliamo superare i vincoli del Patto di Stabilità per non far chiudere le nostre aziende senza cedere al ricatto del Governo? Sforiamo il Patto di Stabilità, sull'esempio della Puglia".
Infine il presidente di Confapi Matera fa appello a tutta la classe politica dirigente lucana e alle associazioni imprenditoriali affinchè difendano gli interessi del territorio.