Coldiretti: “Il cibo è cultura”

Anche la sigla agricola ha partecipato alla festa di Matera 2019

lunedì 21 gennaio 2019 10.55
Il cibo è cultura. Un enunciato che la Coldiretti porta avanti ormai da tempo e di estrema attualità a Matera, in queste prime giornate da Capitale Europea della Cultura. Coltura e cultura dunque, due parole dalla stessa radice e da significati apparentemente differenti, che in realtà uniscono l'amore per i sani prodotti della natura, alle opere d'arte alle espressioni artistiche, alle meraviglie architettoniche e paesaggistiche.

Un tutt'uno sottolineato anche dal Vicepresidente Nazionale di Coldiretti, Gennarino Masiello, in visita nella città di Sassi in occasione dell'inaugurazione di Matera 2019. Un evento nel quale anche la Coldiretti ha fatto la sua parte con un pranzo da record, fornendo oltre 5000 piatti di "crapiata", la tipica pietanza di origine contadina a base di legumi misti, grano e peperone crusco, accompagnata da salumi, formaggi e frutta rigorosamente lucani.

Ma l'impegno di Coldiretti non finisce qui. L'intento è quello di creare una rete, un filo diretto tra coltura e cultura, così da riuscire a creare quelle necessarie connessioni per generare cambiamenti e invogliare alla crescita.
E quale occasione migliore per presentare il nuovo marchio targato Coldiretti "Io sono Lucano".

Il logo, fiore all'occhiello della Coldiretti Basilicata, che racchiude sotto la sua aurea quasi mille aziende lucane che hanno aderito al progetto di filiera nei settori delle produzioni di qualità di erbe officinali, carne, cereali latte e ortofrutta.

Tutti prodotti racchiusi sotto un marchio che proteggerà, sosterrà e promuoverà le strategie commerciali degli imprenditori agricoli e agroalimentari lucani che hanno creduto e credono in Coldiretti che da oltre venti anni, ha avviato la battaglia a sostegno e tutela del Made in Italy"- sottolineano dall'associazione degli agricoltori.

Inoltre, nello stand allestito in piazza san Francesco per l'occasione è continuata la raccolta delle firme "stop cibo anonimo", per sollecitare la commissione europea ad intervenire sul fronte della trasparenza e dell'informazione al consumatore sulla provenienza di ciò che va in tavola.