Circolo La Scaletta: è necessario ragionare sul futuro di UniBas
L'Università della Basilicata non attira studenti
venerdì 13 settembre 2024
18.17
"L'Università di Basilicata ha bisogno di ritrovare un'identità e un senso di missione che, a distanza di 40 anni dalla sua fondazione, sembra essere stato in parte smarrito". E' quanto sostiene il presidente del Circolo Culturale La Scaletta, Franco Di Pede.
"All'aumento esponenziale dei corsi di laurea - spiega - non è seguita la capacità di attrarre studenti, di consolidarne la crescita qualitativa esercitando, attraverso la ricerca, l'influenza culturale anche oltre i confini del territorio regionale. Sarebbe opportuno ripartire proprio dal numero dei corsi di laurea (circa 40) che sembrano davvero tanti a fronte del numero di iscritti, segnale inequivocabile di un processo di licealizzazione dell'Università che la Basilicata non può più permettersi. Andrebbe affrontato inoltre il problema del ruolo e delle prospettive future del polo materano dell'Ateneo, sempre sospeso tra virtuali propositi di rilancio e reali volontà di ridimensionamento che di fatto ne rendono indecifrabile il futuro. La proposta di legge presentata dalle opposizioni in consiglio regionale, rilancia la necessità di dare nuove prospettive all'Unibas. E' però necessario partire da una chiara valutazione di quanto è stato fatto nei 40 anni dalla sua fondazione - che individui criticità e problemi non in modo generico- su cui fondare il rilancio futuro della stessa Università.
"Per questi motivi - aggiunge Di Pede - il Circolo La Scaletta ritiene che il documento presentato possa diventare una buona base di partenza per intavolare una discussione che deve essere finalizzata alla riorganizzazione delle funzioni, delle attività didattiche e del decentramento formativo dell'Ateneo con lo scopo di far sì che le decine di milioni di euro che la Basilicata spende per tenerlo in vita siano davvero investiti per quegli scopi che il suo fondatore, Cosimo Damiano Fonseca, aveva indicato come prioritari. E' necessario però che il dibattito sia supportato da report relativi ai trend sul numero di iscritti, sugli abbandoni, sui tempi di conseguimento dei titoli, sul numero dei laureati, sulla loro condizione occupazionale e sull'impatto legato alla creazione di nuove classi dirigenti in Basilicata (quanti studenti Unibas occupano posizioni di vertice in istituzioni, enti ed aziende pubbliche o private?). L'Unibas è una piccola università ma non deve rassegnarsi ad essere un'università piccola.
"Per farlo - conclude - deve ripartire dalla sua forza che è il grande patrimonio storico, culturale, artistico e scientifico che si esprime e si sprigiona dai diversi angoli della Basilicata. La Scaletta è pronta a dare il suo contributo di idee e di progetti per il raggiungimento di questi obiettivi".
"All'aumento esponenziale dei corsi di laurea - spiega - non è seguita la capacità di attrarre studenti, di consolidarne la crescita qualitativa esercitando, attraverso la ricerca, l'influenza culturale anche oltre i confini del territorio regionale. Sarebbe opportuno ripartire proprio dal numero dei corsi di laurea (circa 40) che sembrano davvero tanti a fronte del numero di iscritti, segnale inequivocabile di un processo di licealizzazione dell'Università che la Basilicata non può più permettersi. Andrebbe affrontato inoltre il problema del ruolo e delle prospettive future del polo materano dell'Ateneo, sempre sospeso tra virtuali propositi di rilancio e reali volontà di ridimensionamento che di fatto ne rendono indecifrabile il futuro. La proposta di legge presentata dalle opposizioni in consiglio regionale, rilancia la necessità di dare nuove prospettive all'Unibas. E' però necessario partire da una chiara valutazione di quanto è stato fatto nei 40 anni dalla sua fondazione - che individui criticità e problemi non in modo generico- su cui fondare il rilancio futuro della stessa Università.
"Per questi motivi - aggiunge Di Pede - il Circolo La Scaletta ritiene che il documento presentato possa diventare una buona base di partenza per intavolare una discussione che deve essere finalizzata alla riorganizzazione delle funzioni, delle attività didattiche e del decentramento formativo dell'Ateneo con lo scopo di far sì che le decine di milioni di euro che la Basilicata spende per tenerlo in vita siano davvero investiti per quegli scopi che il suo fondatore, Cosimo Damiano Fonseca, aveva indicato come prioritari. E' necessario però che il dibattito sia supportato da report relativi ai trend sul numero di iscritti, sugli abbandoni, sui tempi di conseguimento dei titoli, sul numero dei laureati, sulla loro condizione occupazionale e sull'impatto legato alla creazione di nuove classi dirigenti in Basilicata (quanti studenti Unibas occupano posizioni di vertice in istituzioni, enti ed aziende pubbliche o private?). L'Unibas è una piccola università ma non deve rassegnarsi ad essere un'università piccola.
"Per farlo - conclude - deve ripartire dalla sua forza che è il grande patrimonio storico, culturale, artistico e scientifico che si esprime e si sprigiona dai diversi angoli della Basilicata. La Scaletta è pronta a dare il suo contributo di idee e di progetti per il raggiungimento di questi obiettivi".