Che fine ha fatto il Cinema Teatro Duni?
Questa la domanda che Matera Civica rivolge all’amministrazione comunale
mercoledì 10 marzo 2021
Il movimento politico Matera Civica chiede all'amministrazione comunale di dare contezza alla cittadinanza della "questione Duni".
"Che fine ha fatto il Cinema Teatro Duni?"
Questa la domanda con cui inizia il comunicato di Matera Civica, che poi prosegue:
"Lo chiediamo al Sindaco e all'assessore competente a nome del movimento politico Matera Civica, ma sicuri d'interpretare la volontà di informazione viva nella comunità dei materani, così da interrompere un lungo silenzio che grava sul prestigioso immobile, tristemente muto e inutilizzato ormai da troppo tempo.
Ricordiamo, come da comunicato diffuso da via Moro dello scorso 30 aprile 2020, l'annuncio di una spesa che venne effettuata dall'Ente locale. Ovvero, si apprese, così era scritto, che "Il Comune ha già versato per l'acquisto del Duni 2,5milioni di euro e 375 mila euro per le spese legali ed ha disponibili altri 4,5 milioni di euro, messi a disposizione dalla Regione Basilicata per la sua riqualificazione".
Da una precedente procedura di esecuzione immobiliare, datata 19 giugno del 2018, esperto della stima l'architetto Maria Rosaria Mongelli, il valore complessivo dell'immobile fu quantificato in 3.332.680 euro. Ma si sapeva pure che, sempre in quella data, il Cine Teatro, ubicato tra le vie Roma e Lucana, era occupato da un contratto di locazione stipulato il 18 novembre del 2015 per 6 anni più 6 anni, con scadenza il primo gennaio 2023.
In data 15 gennaio 2021, il locatario, ha voluto chiarire nei confronti del Comune che,"nel nostro ordinamento giuridico, nessun atto o provvedimento può determinare automaticamente l'esercizio di fatto del possesso su una cosa mobile o immobile che sia.
Inoltre la risoluzione del contratto di locazione o è consensuale, oppure non può essere data per acquisita unilateralmente da una delle parti richiedendosi, piuttosto, una specifica pronuncia dell'Autorità Giudiziaria in assenza della quale si rischierebbe di accedere ad un generalizzato esercizio arbitrario delle proprie ragioni".
C'è da aggiungere che sul Cinema Teatro, realizzato nel 1949, esiste un vincolo di "bene culturale" esteso ai circa 26 mila metri quadrati lordi di cui si compone la proprietà e, pertanto, si rende necessaria una ristrutturazione sapiente. Una rinascita, ma volta a garantire l'integrità del progetto originario, a firma del prestigioso architetto Ettore Stella.
Si tratta di una manufatto di particolare pregio, anche per le soluzioni tecnologiche e costruttive impiegate, l'elegante e scenografico sviluppo degli ambienti interni, dal foyer alla platea, e per la sua caratterizzazione da intendere quale significativa testimonianza, non solo architettonica, ma specialmente storica: è per via di ciò che realmente rappresenta come documento di valore, finalmente percepito come tale nella memoria collettiva della comunità dei materani.
Tutte buone ragioni per chiedere di conoscere a che punto è la questione del Duni, nella ovvia speranza che questo patrimonio possa tornare a essere condiviso e quanto prima in qualità di generoso palcoscenico per la cultura locale.
"Che fine ha fatto il Cinema Teatro Duni?"
Questa la domanda con cui inizia il comunicato di Matera Civica, che poi prosegue:
"Lo chiediamo al Sindaco e all'assessore competente a nome del movimento politico Matera Civica, ma sicuri d'interpretare la volontà di informazione viva nella comunità dei materani, così da interrompere un lungo silenzio che grava sul prestigioso immobile, tristemente muto e inutilizzato ormai da troppo tempo.
Ricordiamo, come da comunicato diffuso da via Moro dello scorso 30 aprile 2020, l'annuncio di una spesa che venne effettuata dall'Ente locale. Ovvero, si apprese, così era scritto, che "Il Comune ha già versato per l'acquisto del Duni 2,5milioni di euro e 375 mila euro per le spese legali ed ha disponibili altri 4,5 milioni di euro, messi a disposizione dalla Regione Basilicata per la sua riqualificazione".
Da una precedente procedura di esecuzione immobiliare, datata 19 giugno del 2018, esperto della stima l'architetto Maria Rosaria Mongelli, il valore complessivo dell'immobile fu quantificato in 3.332.680 euro. Ma si sapeva pure che, sempre in quella data, il Cine Teatro, ubicato tra le vie Roma e Lucana, era occupato da un contratto di locazione stipulato il 18 novembre del 2015 per 6 anni più 6 anni, con scadenza il primo gennaio 2023.
In data 15 gennaio 2021, il locatario, ha voluto chiarire nei confronti del Comune che,"nel nostro ordinamento giuridico, nessun atto o provvedimento può determinare automaticamente l'esercizio di fatto del possesso su una cosa mobile o immobile che sia.
Inoltre la risoluzione del contratto di locazione o è consensuale, oppure non può essere data per acquisita unilateralmente da una delle parti richiedendosi, piuttosto, una specifica pronuncia dell'Autorità Giudiziaria in assenza della quale si rischierebbe di accedere ad un generalizzato esercizio arbitrario delle proprie ragioni".
C'è da aggiungere che sul Cinema Teatro, realizzato nel 1949, esiste un vincolo di "bene culturale" esteso ai circa 26 mila metri quadrati lordi di cui si compone la proprietà e, pertanto, si rende necessaria una ristrutturazione sapiente. Una rinascita, ma volta a garantire l'integrità del progetto originario, a firma del prestigioso architetto Ettore Stella.
Si tratta di una manufatto di particolare pregio, anche per le soluzioni tecnologiche e costruttive impiegate, l'elegante e scenografico sviluppo degli ambienti interni, dal foyer alla platea, e per la sua caratterizzazione da intendere quale significativa testimonianza, non solo architettonica, ma specialmente storica: è per via di ciò che realmente rappresenta come documento di valore, finalmente percepito come tale nella memoria collettiva della comunità dei materani.
Tutte buone ragioni per chiedere di conoscere a che punto è la questione del Duni, nella ovvia speranza che questo patrimonio possa tornare a essere condiviso e quanto prima in qualità di generoso palcoscenico per la cultura locale.