Castelluccio arrestato per stalking
Accusato di atti persecutori, violenze e minacce contro una sua vecchia fiamma
mercoledì 28 marzo 2018
10.48
Sono scattate le manette per il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Paolo Castelluccio, accusato di stalking, atti persecutori, violenza privata e minacce nei confronti di una donna, una vecchia fiamma con cui ha avuto una relazione sentimentale più volte interrotta e ripresa. L'arresto è stato eseguito dalla Polizia e attualmente è detenuto nel carcere di Matera.
Castelluccio, anni 59, di Policoro in provincia di Matera, imprenditore agricolo, eletto nel 2013 con la lista del Pdl, risulta iscritto al gruppo consiliare di Forza Italia ma durante le ultime elezioni politiche ha annunciato di aderire a "Noi con l'Italia".
5 anni fa, nel precedente Consiglio regionale della Basilicata, eletto nel 2010, il consigliere regionale fu coinvolto nella "Rimborsopoli" lucana: il 24 aprile 2013 gli fu notificato un divieto di dimora con l'impossibilità di soggiornare a Potenza. Tale divieto, riferito a rimborsi indebitamente percepiti tra il 2010 e il 2011, fu revocato il 17 maggio dello stesso anno, ma in seguito la Digos gli notificò la sospensione dall'attività consiliare per il periodo tra il 24 aprile e il 17 maggio 2013. Il processo di primo grado è ancora in corso.
Nel 2016, sempre per via di rimborsi, Castelluccio fu poi condannato dalla Corte dei Conti per un danno erariale di circa 6mila euro.
Castelluccio, anni 59, di Policoro in provincia di Matera, imprenditore agricolo, eletto nel 2013 con la lista del Pdl, risulta iscritto al gruppo consiliare di Forza Italia ma durante le ultime elezioni politiche ha annunciato di aderire a "Noi con l'Italia".
5 anni fa, nel precedente Consiglio regionale della Basilicata, eletto nel 2010, il consigliere regionale fu coinvolto nella "Rimborsopoli" lucana: il 24 aprile 2013 gli fu notificato un divieto di dimora con l'impossibilità di soggiornare a Potenza. Tale divieto, riferito a rimborsi indebitamente percepiti tra il 2010 e il 2011, fu revocato il 17 maggio dello stesso anno, ma in seguito la Digos gli notificò la sospensione dall'attività consiliare per il periodo tra il 24 aprile e il 17 maggio 2013. Il processo di primo grado è ancora in corso.
Nel 2016, sempre per via di rimborsi, Castelluccio fu poi condannato dalla Corte dei Conti per un danno erariale di circa 6mila euro.