Carro della Bruna, la parola all'artista

Andrea Sansone racconta le sue emozioni

mercoledì 25 giugno 2014 15.52
Iniziano i festeggiamenti a Matera in onore della sua patrona: Maria SS della Bruna. A dare lustro alla festa è il famoso carro di cartapesta che viene assaltato la sera del 2 luglio in Piazza Vittorio Veneto. Andrea Sansone è l'artigiano che ha progettato e realizzato il carro in onore della Madonna SS della Bruna, assieme ad altre 6 persone. Un impegno che Sansone ha già portato a termine nel 2013 e che ha ripetuto per questa edizione dopo le soddisfazioni dello scorso anno "considerando che non avevo mai lavorato la cartapesta e l'argilla" racconta l'artista spiegando che "dal 23 di giugno dello scorso anno alla festa ho avuto la consapevolezza di migliorarlo. Di fatto, questo carro ha diversi miglioramenti riguardo le posizioni, gli sguardi delle statue e i panneggi".

Quali modifiche sono state apportate al carro rispetto allo scorso anno?
"Sono state tante le modifiche. L'anno scorso l'ho costruito basandomi su voci di popolo, nozioni e intuizioni mie. Per esempio: gli angeli che l'anno scorso erano sul carro oscillavano. La modifica di quest'anno è riassumibile in una loro posizione più alta e più stabile. Dopo la distruzione del carro ho intercettato gli assaltatori a cui ho chiesto che difficoltà avevano avuto nella rottura. Si può lavorare in sinergia con gli assaltatori, affinchè del carro rimanga una buona testimonianza attraverso i pezzi strappati. Molti pezzi si riusciranno a staccare integri o con pochi danni, anche i dipinti. Per quest'ultimi ho provato tre soluzioni. Sulla migliore continuerò a lavorare ulteriormente".

Qual è l'elemento in più che caratterizza questo carro rispetto a quelli degli anni precedenti?
"Ce ne sono tanti. Traloro, spiccano i due angeli che si trovano sulla parte anteriore del carro e soprattutto quello con le ali aperte. Questo è un elemento su cui bisogna continuare a lavorare per migliorare. Ho provato in carta a esprimere l'idea del vento, del movimento. A risultato finito mi sto emozionando".

Da due anni sei qui a Matera, sei tornato nella tua città natale. Come mai questa scelta?
"Da quando sono andato via ho sempre sentito il richiamo di Matera. Ho sempre avuto difficoltà a trovare un mio spazio per dare il mio contributo alla città. Dopo tanti fallimenti e raggiri, ho voluto costruire il carro. Ho capito che i materani hanno un cuore, un'anima, un gusto. Sono stufo dei continui pregiudizi negativi sui materani, perché anche io lo sono. Ho anche cominciato ad avere un rapporto di dialogo con gli assaltatori che non possono essere per niente valutati come elementi di disturbo della festa. Ovviamente si cercherà sempre di migliorare la festa negli aspetti riguardanti la sicurezza, ma la componente selvaggia e palpitante non può essere accantonata".

Hai letto critiche sul manufatto in questi giorni?
"Si e sono molto infastidito. Ho letto e ho sentito che le statue vengono da Milano: è falso. Ho le fotografie delle statue costruite nel capannone a fianco. Ci vuole rispetto. Non entro nelle diverse fazioni, su quale carro sia meglio, ma non sopporto l'infamia di giudizi per far male gratuitamente. Io e altre 6 persone abbiamo fatto dei sacrifici ed abbiamo impiegato del tempo libero per fare il manufatto".

Da quale grande artista trai ispirazione nelle tue opere?
"Mi ispiro al Rinascimento di Michelangelo Buonarroti e nel carro della Bruna è presente. In molte statue mi ispiro anche a opere di altri artisti contemporanei. Ma chiedo sempre il permesso di poter avere un'immagine di una statua e rielaborarla con i miei occhi, i miei limiti e le mie capacità. Per alcune pose di statue ci siamo fotografati noi cartapestai. Bisogna semplicemente farsi ispirare".

Hai altre opere in cantiere? Cosa sogni di realizzare?
"Opere in cantiere ce ne sono. Ci sono i componenti, come busto, bacino, braccia, piedi e mani, per realizzare altre due statue extra, che esulano dal carro. L'idea è quella di far partire, a Matera, dei corsi sulla cartapesta. Adesso, a differenza di prima, nelle mie attività ho scoperto la cartapesta che ha delle grandi potenzialità. Sogno di continuare con questi nuovi ragazzi che sono alla prima esperienza. Il margine d'età è diventato più ampio, abbiamo dei giovani ragazzi e una persona alle soglie della pensione. Si è creato un clima di familiarità con loro. Se dovessi fare un altro carro con questi ragazzi, sicuramente guadagneremmo tempo, ognuno lavorando nel proprio settore di competenza. Un lavoro di squadra a tutti gli effetti".

In un luogo dal patrimonio artistico, come Matera, credi che ci siano luoghi di formazione artistica? Se si, sono abbastanza secondo te? Hanno bisogno di migliorare qualitativamente?
"Basta guardare la Fabbrica del Carro: è fatiscente, basta un acquazzone per far allagare il cantiere. Considerando che vivo in Lombardia, mi piacerebbe creare un'interazione con Matera, un posto nel quale posso lavorare tranquillamente assieme ai ragazzi che hanno lavorato con me. Ho visto dei locali nei Sassi altrettanto fatiscenti e questo per Matera non fa di certo bene. Il lavoro della cartapesta può creare tante figure professionali. Così si crea un circolo interessante: attrazione per i turisti e occupazione. Però bisogna lavorare in modo concreto".

A chi dedichi il carro?
"A mia moglie e ai miei figli che hanno dovuto sopportare la mia assenza. Inoltre, lo dedico ad un ragazzo che non ho avuto la fortuna di conoscere. Il mio sogno è che un pezzo del carro e un dipinto vengano presi integri, senza danni ,e regalati ad una mamma e un papà".