Biblioteca T.Stigliani, “nulla o poco si muove”
La sollecitazione dell’associazione “Cittàchelegge”
martedì 8 dicembre 2015
"Nonostante le oltre 500 firme raccolte dalla nostra petizione, nulla o poco si muove per questa struttura che merita attenzione mentre in città molte altre realtà, presenti da tempo nel panorama culturale cittadino, scompaiono nel silenzio pesante e colpevole di gran parte della comunità".
Questa è la riflessione dell'associazione "Cittàchelegge" che, di fatto, si è impegnata direttamente per tutelare i diritti dei lavoratori della biblioteca di Matera e il mantenimento dei presidi culturali. E proprio per questo fine l'associazione ha indetto una raccolta firme volta a chiedere alla Regione di sbloccare l'impasse istituzionale che non consente la piena operatività alla biblioteca provinciale "Stigliani".
Di fatti la legge di riordino Delrio, 37/1980, che disciplina i servizi di pubblica lettura e gli interventi di educazione permanente, assegna esplicitamente alla Regione l'ordinamento e il funzionamento dei sistemi di biblioteche, la formazione del catalogo unico regionale e di un'emeroteca regionale, la conservazione e il godimento pubblico del patrimonio librario e archivistico, il funzionamento del polo regionale del Servizio bibliotecario nazionale e, non ultimo, il funzionamento dell'archivio della produzione editoriale regionale della Basilicata, le cui funzioni sono già svolte da tempo dalle due storiche biblioteche provinciali di Potenza e Matera, cui spetta di diritto il deposito di una copia di tutto quanto viene pubblicato e realizzato in Basilicata, in formato sia cartaceo che digitale. Ma dopo la petizione consegnata, nessun iter è stato ancora avviato.
"Per l'opinione pubblica – affermano dall'associazione - la chiusura di un'edicola o di una libreria può voler dire poco, può forse ridursi ad un'altra saracinesca che non si alzerà più o ad una porta che resterà chiusa. Per altri, come noi, è invece un forte frastuono, provocato dalla impossibilità di inserirsi in un complesso meccanismo che tende a far scomparire i piccoli, a dotarli di strumenti sempre meno efficaci per contrastare un mercato sempre più teso al ricavo e sempre meno rivolto alla crescita delle menti".
L'invito dell'associazione alla mobilitazione è rivolto a tutta la cittadinanza: "Siamo certe – concludono le componenti di Cittàchelegge - che in questa città esistono menti pronte a mettersi in movimento. Il nostro appello si rivolge a loro affinchè facciano sentire la loro voce, come la nostra e provochino il frastuono di chi non vuole mettere da parte libri, giornali, riviste, saggi e tutto ciò che contribuisce all'apertura e alla crescita della nostra conoscenza".
Questa è la riflessione dell'associazione "Cittàchelegge" che, di fatto, si è impegnata direttamente per tutelare i diritti dei lavoratori della biblioteca di Matera e il mantenimento dei presidi culturali. E proprio per questo fine l'associazione ha indetto una raccolta firme volta a chiedere alla Regione di sbloccare l'impasse istituzionale che non consente la piena operatività alla biblioteca provinciale "Stigliani".
Di fatti la legge di riordino Delrio, 37/1980, che disciplina i servizi di pubblica lettura e gli interventi di educazione permanente, assegna esplicitamente alla Regione l'ordinamento e il funzionamento dei sistemi di biblioteche, la formazione del catalogo unico regionale e di un'emeroteca regionale, la conservazione e il godimento pubblico del patrimonio librario e archivistico, il funzionamento del polo regionale del Servizio bibliotecario nazionale e, non ultimo, il funzionamento dell'archivio della produzione editoriale regionale della Basilicata, le cui funzioni sono già svolte da tempo dalle due storiche biblioteche provinciali di Potenza e Matera, cui spetta di diritto il deposito di una copia di tutto quanto viene pubblicato e realizzato in Basilicata, in formato sia cartaceo che digitale. Ma dopo la petizione consegnata, nessun iter è stato ancora avviato.
"Per l'opinione pubblica – affermano dall'associazione - la chiusura di un'edicola o di una libreria può voler dire poco, può forse ridursi ad un'altra saracinesca che non si alzerà più o ad una porta che resterà chiusa. Per altri, come noi, è invece un forte frastuono, provocato dalla impossibilità di inserirsi in un complesso meccanismo che tende a far scomparire i piccoli, a dotarli di strumenti sempre meno efficaci per contrastare un mercato sempre più teso al ricavo e sempre meno rivolto alla crescita delle menti".
L'invito dell'associazione alla mobilitazione è rivolto a tutta la cittadinanza: "Siamo certe – concludono le componenti di Cittàchelegge - che in questa città esistono menti pronte a mettersi in movimento. Il nostro appello si rivolge a loro affinchè facciano sentire la loro voce, come la nostra e provochino il frastuono di chi non vuole mettere da parte libri, giornali, riviste, saggi e tutto ciò che contribuisce all'apertura e alla crescita della nostra conoscenza".