Bennardi: Basilicata non può essere discarica d'Italia

Sindaco di Matera prende posizione e si unisce al "no" al deposito nucleare

mercoledì 6 gennaio 2021 12.10
Il sindaco di Matera Domenico Bennardi, del Movimento 5 stelle, si unisce al "no" unanime alla possibile localizzazione del deposito nucleare nazionale in Basilicata. Pure Matera è stata individuata, con ben cinque aree ritenute potenzialmente idonee.

"Il confronto è aperto, ma la Basilicata ed in particolare l'area del materano non può in alcun modo essere considerata meta di stoccaggio nucleare perché ciò stride con una visione di turismo sostenibile - sottolinea il primo cittadino - che intende puntare sulla bellezza di un paesaggio ancora incontaminato ma anche fragilissimo, in secondo luogo la Regione Basilicata non può più essere considerata la discarica nazionale come è stato purtroppo in passato". E, nello specifico, "in particolare il territorio materano, come quello vicino pugliese, non può in alcun modo compromettere una strategia e visione politica avviata già da tempo che punta ad un turismo sostenibile, rurale, rispettoso del territorio, con un paesaggio ancora incontaminato, che intende considerare il territorio come il legante di nuovo rapporto paritetico e rispettoso tra natura e uomo, tra visitatore-viaggiatore e luoghi. Da questa visione che non è solo turistica ma di sviluppo e lavoro, non si torna più indietro. Quindi questo, per sua conformazione peculiare e per la sua fragilità estetica, non può in alcun modo essere un sito idoneo allo stoccaggio".

"Matera, Valle d'Itria, il Parco dell'Alta Murgia - aggiunge - sono luoghi incantevoli dove col turismo sostenibile intendiamo agire in armonia con l'ambiente, con la comunità e le culture locali, in modo tale che essi siano i beneficiari e non le vittime dello sviluppo. Intendiamo applicare e praticare scelte che non compromettano l'ambiente e il paesaggio, ma nemmeno la percezione di un paesaggio incontaminato sul quale ci giochiamo la sfida del nostro futuro. Economia, Etica e Ambiente sono i principi fondamentali su cui si basa il turismo sostenibile, responsabile e consapevole. Ma non può esserci un turismo sostenibile in un territorio non riconoscibile come autoctono. Tutto ciò significa vanificare i nostri sforzi e la nostra visione strategica di turismo e sviluppo del territorio".

La questione sarà subito portata in consiglio comunale. "Sono già in contatto con altri sindaci delle città vicine - spiega - è una questione che va oltre i colori politici ma che intendiamo affrontare con vigorosa perseveranza, producendo motivazioni con le quali ci rapporteremo al Governo approfittando di questo percorso di confronto avviato lontanissimo dalla scelta imposta del 2003. Stiamo a tal proposito predisponendo un ordine del giorno da discutere urgentemente in consiglio comunale a Matera. Riteniamo indispensabile che il consiglio comunale si esprima nella sua interezza contro l'ipotesi di deposito nucleare nazionale nel nostro comune. Non dobbiamo al contempo lasciarci andare alla semplice propaganda politica, il mio appello che faccio alle altre forze politiche è proprio quello di non perseguire protagonismo politico. Il nostro ruolo dovrebbe rimanere trincerato nei confini della ragionevolezza e del confronto politico, questo percorso avviato non necessita in questa fase barricate, evitiamo di fomentare notizie false o semplicistiche, ma mettiamoci subito all'opera per produrre documenti che escludano l'ipotesi di un sito di stoccaggio nucleare sul nostro territorio.

Quanto alla procedura avviata, specifica Bennardi, "le zone più idonee, al momento, risultano essere due in provincia di Torino, cinque in provincia di Alessandria e cinque in provincia di Viterbo, nessuna zona col punteggio più alto è presente in Basilicata o in Puglia".

E quanto all'azione del governo nazionale, Bennardi aggiunge: "desecretare l'elenco delle 67 aree più idonee per il deposito nazionale unico di scorie nucleari è solo un primo passo, coraggioso e mai realizzato finora. Elenco già presente nel 2015 e solo oggi finalmente pubblico, rispondendo a sollecitazioni di associazioni ambientaliste che ne chiedevano la pubblicazione. E' un percorso trasparente, pubblico e partecipato con gli enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, insieme determineranno, sulla base di valori oggettivi quale tra queste 67 aree sarà quella più adatta per ospitare il deposito unico di scorie".