Aumentano i "no" al progetto di Matera2019 nella gravina
Associazioni ambientaliste contrarie alla ragnatela d'acciaio
lunedì 15 aprile 2019
12.49
Il progetto "Airport City" della Fondazione Matera-Basilicata 2019 è sonoramente bocciato dalle associazioni ambientaliste. Dopo l'allarme lanciato dal Wwf, altre realtà associative condividono il "no" alla ragnatela d'acciaio nella gravina di Matera, un habitat protetto come riserva integrale del Parco della Murgia Materana.
La Fondazione ha comunicato la disponibilità a dialogare con le associazioni per presentare i dettagli di un progetto ancora "in fase embrionale". Si tratta di un'installazione artistica del performer argentino Tomàs Saraceno.
Il Wwf reputa ''inaccettabile'' un progetto che collega con cavi di acciaio i due versanti della Gravina agli antipodi, dal punto di confluenza dei torrenti col torrente Jesce a via delle Virtù, rientrante nella zona di massima protezione del Parco della Murgia Materana. L'associazione di protezione della fauna ha chiesto all'Ente Parco di respingere ''con ogni forza ed efficacia'' questo progetto per impedire ''ogni eventuale possibilità di intervento nell'area di Riserva integrale''.
Ha preso posizione anche il Comitato No Inceneritore a Matera. La storia di Matera non può ''essere né un aeroporto né un Luna Park'', ha sottolineato.
Interviene anche Legambiente. ''Pur non conoscendo il progetto - fa sapere l'associazione - non v'è alcun dubbio che il progetto Airport City, per quel poco che è dato sapere, è assolutamente incompatibile con la riserva integrale. Da anni Legambiente Matera denuncia i problemi del Parco, dall'incremento dei flussi totalmente incontrollati alle speculazioni edilizie, dalle discariche agli eventi (musicali, luminosi, pirotecnici) sempre più numerosi e ai set cinematografici, dall'avere lasciato consumare il suolo murgiano ed il banco roccioso alla sentieristica scriteriata, per finire alla realizzazione del tristemente noto ponte tibetano (nella foto), terribile attrattore ormai irreversibile e di cui sarebbe opportuno l'immediato smantellamento e restauro ambientale''.
Entra negli aspetti tecnici l'associazione "Ambiente e legalità": "Difficilmente - sostiene - il manufatto sarà utilizzabile in tempo utile nel 2019 se la Fondazione intende realizzarlo lo delocalizzi in area non protetta, fuori dalla Zsc (zona speciale di conservazione), altrimenti avremo parlato del nulla. Occorre tentere da conto che anche quegli interventi previsti in una fascia esterna al perimetro di 5 KM della Zsc debbono essere sottoposti a Procedura V.Inc.A. (Valitazione di incidenza ambientale)".
La Fondazione ha comunicato la disponibilità a dialogare con le associazioni per presentare i dettagli di un progetto ancora "in fase embrionale". Si tratta di un'installazione artistica del performer argentino Tomàs Saraceno.
Il Wwf reputa ''inaccettabile'' un progetto che collega con cavi di acciaio i due versanti della Gravina agli antipodi, dal punto di confluenza dei torrenti col torrente Jesce a via delle Virtù, rientrante nella zona di massima protezione del Parco della Murgia Materana. L'associazione di protezione della fauna ha chiesto all'Ente Parco di respingere ''con ogni forza ed efficacia'' questo progetto per impedire ''ogni eventuale possibilità di intervento nell'area di Riserva integrale''.
Ha preso posizione anche il Comitato No Inceneritore a Matera. La storia di Matera non può ''essere né un aeroporto né un Luna Park'', ha sottolineato.
Interviene anche Legambiente. ''Pur non conoscendo il progetto - fa sapere l'associazione - non v'è alcun dubbio che il progetto Airport City, per quel poco che è dato sapere, è assolutamente incompatibile con la riserva integrale. Da anni Legambiente Matera denuncia i problemi del Parco, dall'incremento dei flussi totalmente incontrollati alle speculazioni edilizie, dalle discariche agli eventi (musicali, luminosi, pirotecnici) sempre più numerosi e ai set cinematografici, dall'avere lasciato consumare il suolo murgiano ed il banco roccioso alla sentieristica scriteriata, per finire alla realizzazione del tristemente noto ponte tibetano (nella foto), terribile attrattore ormai irreversibile e di cui sarebbe opportuno l'immediato smantellamento e restauro ambientale''.
Entra negli aspetti tecnici l'associazione "Ambiente e legalità": "Difficilmente - sostiene - il manufatto sarà utilizzabile in tempo utile nel 2019 se la Fondazione intende realizzarlo lo delocalizzi in area non protetta, fuori dalla Zsc (zona speciale di conservazione), altrimenti avremo parlato del nulla. Occorre tentere da conto che anche quegli interventi previsti in una fascia esterna al perimetro di 5 KM della Zsc debbono essere sottoposti a Procedura V.Inc.A. (Valitazione di incidenza ambientale)".