Approvato il Po Fse 2014-2020

Previsti 289 milioni di euro da spendere entro il 2023

venerdì 26 dicembre 2014 10.59
289 milioni di euro da spendere entro il 2023. Questo è quanto previsto dal Programma Operativo 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo per la Basilicata approvato dalla Commissione Europea. Risultato raggiunto grazie a un lungo lavoro di negoziato tra la Commissione e l'Autorità FSE regionale.

La strategia d'intervento è suddivisa in 5 assi strategici e priorità d'investimento: al primo posto vi è l'urgenza di dare una risposta alla grave crisi occupazionale attraverso un insieme di misure preventive e curative, diversificate per target-tipo ed attivate secondo un approccio il più possibile individualizzato; il secondo intervento è finalizzato a ridurre i numeri sulla povertà con un insieme di misure rivolte all'inclusione attraverso il lavoro ed al sostegno ai nuclei familiari vulnerabili, e alla acquisizione di un adeguato livello di capacitazioni personali e di cittadinanza.

Terza problematica da risolvere è la condizione giovanile che sarà presa in carico sia tramite l'implementazione della raccomandazione "Garanzia Giovani", sia diffusamente attraverso il sostegno attivo alla partecipazione ai processi educativi e di istruzione, dall'assolvimento del diritto-dovere di istruzione e formazione ai percorsi di specializzazione post-terziari. Particolare attenzione è rivolta alla "liberazione" del potenziale creativo proprio della condizione giovanile, anche a fini di auto-impiego, guardando anche all'elevato livello di disoccupazione intellettuale.

Il quarto asse d'intervento riguarda il sostegno alla strategia di sviluppo regionale, ed in particolare delle azioni sostenute dal FESR, attraverso la correlata qualificazione del capitale umano, anche secondo schemi anticiclici, favorendo la transizione dal mondo dell'istruzione a quello del lavoro, coniugando i processi di innovazione delle imprese con le esigenze di innalzamento dell'occupazione dei profili professionali più qualificati che tendono ad abbandonare la regione, sostenendo la formazione e la creazione di posti di lavoro nei settori dell'economia con più efficiente impiego delle risorse.

Infine, una parte dei finanziamenti sarà destinata all'evoluzione strutturale dei sistemi di programmazione ed attuazione delle politiche del lavoro, del welfare attivo, dell'istruzione, come condizione per mantenere/accrescere l'impatto delle politiche dirette, assumendo la necessità di "fare di più (e meglio) con meno risorse". Ciò attraverso l'attivazione ed il sostegno, necessariamente anche a carattere sperimentale, di processi di innovazione sociale; lo sviluppo della PA digitale; la qualificazione diffusa degli attori pubblici e privati delle politiche attive del lavoro e dei servizi alle persone; lo sviluppo delle reti pubblico-private e della sussidiarietà orizzontale.