Adduce scrive alla città sugli episodi dell'ultima serata pre-elettorale

Il sindaco rammaricato richiama l'attenzione sulla civiltà sempre dimostrata dalla città in ogni occasione

venerdì 15 novembre 2013 12.49
Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, dopo i forti fischi di ieri sera, che hanno impedito il regalare svolgimento del comizio di Guglielmo Epifani, segretario nazionale del Partito Democratico, rammaricato per gli episodi di scarsa democrazia, scrive alla città.

"Come sindaco di Matera avverto la necessità di stigmatizzare quanto accaduto ieri sera nella nostra città in occasione dei comizi della campagna elettorale regionale".

Il dito è puntato contro i militanti del Movimento 5 Stelle rei, secondo il primo cittadino, di aver impedito un momento democratico con atteggiamenti scorretti. "Un gruppo di militanti eccitati dalla presenza di Beppe Grillo - si legge nella nota - ha impedito il regolare svolgimento del comizio del Segretario del PD, Guglielmo Epifani. Ostacolare con urla e fischi il comizio di un partito, qualunque partito, nella piazza di una città costituisce un vero e proprio attentato alla democrazia e alla libertà di espressione e al tempo stesso un gravissimo atto di barbarie. Quello che è accaduto ieri sera a Matera rappresenta un pesante e preoccupante segnale per la nostra democrazia".

Citando il discorso di Napolitano sulle difficoltà che l'Italia vive in questo momento, Adduce (che ieri aveva criticato i comportamenti di alcuni presenti tacciandoli come "fascisti") richiama l'attenzione su una città modello di civiltà.

"La città di Matera rappresenta un modello di civiltà e di serena convivenza e non può essere consentito ad alcuno metterlo in discussione. Anche nei momenti più difficili la nostra città ha saputo tenere alta la bandiera della libertà di espressione del pensiero di ciascuno, singoli, partiti e movimenti. I metodi usati ieri sera da persone giunte volutamente da fuori richiamano alla mente non le manifestazioni politiche ma le intolleranze che purtroppo ancora registriamo in occasioni agonistiche".

Dunque, d'accordo con la libera espressione di tutti, ma con dei vincoli democratici ben chiari. "Non metto in discussione il legittimo principio democratico e spontaneo (solo quello spontaneo naturalmente!) della contestazione, utile a percepire anche gli umori della gente rispetto a quello che sta avvenendo nel Paese e nei territori. Ma al tempo stesso non è consentito ad alcuno di impedire la libera espressione politica. Da sindaco e non da esponente di un partito politico - conclude la nota di Adduce - avrei fatto queste affermazioni in ogni caso e per qualunque forza politica o movimento per difendere e garantire i diritti di ciascuno".