A Matera la Young Leaders Conference
Ragazzi di ogni nazione hanno dibattutto di cultura, tecnologia e creatività
sabato 4 ottobre 2014
17.28
A Matera si è tenuta, dal 2 al 4 ottobre, la "Young Leaders Conference del Consiglio per le Relazioni tra gli Stati Uniti e l'Italia". Ogni anno il convegno di portata internazionale, a porte chiuse, si svolge in alternanza tra Stati Uniti ed Italia. L'anno scorso si è tenuto ad Austin in Texas.
Un gruppo di cinquanta ragazzi di diverse nazionalità - ben affermati nei diversi settori come quello industriale, finanziario, accademico, del no profit, del servizio pubblico e dei media – si è riunito e ha dibattuto sul tema "Culture, Creativity and Technology" (cultura, creatività e tecnologia). Nello specifico, i ragazzi hanno analizzato come le nuove tecnologie stanno trasformando i concetti tradizionali di istruzione, socializzazione, business e partecipazione politica.
L'evento è stato organizzato e sostenuto da colossi multinazionali come Enel, Fiat-Chrysler, Bawer, Google e Generali con l'aggiunta del Comitato Matera 2019.
Alessandro Gambini, membro di Confindustria, ha affermato: "Dal dibattito è emerso che la creatività, la cultura e la tecnologia sono strettamente connessi tra di loro. La tecnologia è un'immensa opportunità per essere creativi e produrre cultura. Molti di noi sono già ai vertici di grandi realtà e molti lo saranno; interrogarsi, avendo nel proprio bagaglio queste tre parole, è necessario per affrontare il futuro della società".
Stefano Feltri, giornalista economico del Fatto Quotidiano, si è espresso su quello che ha appreso dal dibattito: "Nel mio campo giornalistico, ho capito come il nostro dibattito italiano è scollegato dal mondo reale: noi parliamo solo dell'articolo 18, solo di pensioni che sono da retroguardia. Negli altri paesi c'è gente che da per scontato che nella vita si cambi lavoro da un giorno all'altro, è un mondo diverso. Si percepisce l'apertura mentale che c'è sul mondo che cambia. Noi, in Italia, stiamo cambiando molto lentamente".
Quello che manca al nostro Paese è "la dinamicità, la libertà dei legami. Nelle altre nazioni conta il talento, la meritocrazia. Qui in Italia si è bloccati –prosegue Gambini - da una burocrazia asfissiante. E poi mancano contatti di lavoro con paesi esteri con cui confrontarsi. Contatti che invece si creano in occasione di questi eventi".
Un gruppo di cinquanta ragazzi di diverse nazionalità - ben affermati nei diversi settori come quello industriale, finanziario, accademico, del no profit, del servizio pubblico e dei media – si è riunito e ha dibattuto sul tema "Culture, Creativity and Technology" (cultura, creatività e tecnologia). Nello specifico, i ragazzi hanno analizzato come le nuove tecnologie stanno trasformando i concetti tradizionali di istruzione, socializzazione, business e partecipazione politica.
L'evento è stato organizzato e sostenuto da colossi multinazionali come Enel, Fiat-Chrysler, Bawer, Google e Generali con l'aggiunta del Comitato Matera 2019.
Alessandro Gambini, membro di Confindustria, ha affermato: "Dal dibattito è emerso che la creatività, la cultura e la tecnologia sono strettamente connessi tra di loro. La tecnologia è un'immensa opportunità per essere creativi e produrre cultura. Molti di noi sono già ai vertici di grandi realtà e molti lo saranno; interrogarsi, avendo nel proprio bagaglio queste tre parole, è necessario per affrontare il futuro della società".
Stefano Feltri, giornalista economico del Fatto Quotidiano, si è espresso su quello che ha appreso dal dibattito: "Nel mio campo giornalistico, ho capito come il nostro dibattito italiano è scollegato dal mondo reale: noi parliamo solo dell'articolo 18, solo di pensioni che sono da retroguardia. Negli altri paesi c'è gente che da per scontato che nella vita si cambi lavoro da un giorno all'altro, è un mondo diverso. Si percepisce l'apertura mentale che c'è sul mondo che cambia. Noi, in Italia, stiamo cambiando molto lentamente".
Quello che manca al nostro Paese è "la dinamicità, la libertà dei legami. Nelle altre nazioni conta il talento, la meritocrazia. Qui in Italia si è bloccati –prosegue Gambini - da una burocrazia asfissiante. E poi mancano contatti di lavoro con paesi esteri con cui confrontarsi. Contatti che invece si creano in occasione di questi eventi".