5 milioni di euro, verbale record per la Consofa
Sfruttamento del lavoro di operai asiatici la contestazione. Il Consorzio prova a difendersi
lunedì 9 dicembre 2013
18.16
Una incredibile mannaia si è abbattuta sul distretto materano del salotto. Un verbale da oltre 5 milioni di euro è stato destinato al Consorzio Consofa, formato dalle aziende Calia trade spa (con quasi la metà delle partecipazioni), Nicoletti trade srl (con un quarto delle partecipazioni), Logistica e trasporti srl (con lo stesso peso della Nicoletti) e Cielle partners (in minima parte).
Il verbale è arrivato dalla Direzione territoriale del lavoro di Matera ed ha scosso l'intero mondo imprenditoriale del mobile imbottito. La motivazione è da ricercarsi nello sfruttamento del lavoro di operai cinesi, ben 763 lavoratori, divisi in 17 aziende delle quali solamente una risulterebbe composta da soci italiani.
Per questi motivi si contestano al Consorzio "l'interposizione illecita da pseudoappalto" e "la somministrazione fraudolenta", oltre al lavoro non regolarizzato, o regolarizzato da contratti con costi/ora molto bassi, fuori dal mercato. Una vicenda che ripercorre l'aumento in città della popolazione asiatica a dismisura negli ultimi anni, lavoratori disposti a trasferirsi pur di poter lavorare nelle aziende, spesso di proprietà proprio di connazionali.
Non ha tardato ad arrivare la risposta della Consofa, che si è rivolta agli avvocati Emilio Nicola Buccico e Francesca Chietera per trattare il caso e tutelare l'immagine delle aziende, del Consorzio Consofa e il loro brand, legato al Made in Italy. La Consofa si difende annunciando ricorso al verbale contestatole, dicendo errata la decisione
"In relazione ad alcuni articoli pubblicati sugli organi di stampa - si legge in una nota - Consofa ritiene necessaria una puntualizzazione di merito sull'operato posto in essere dall'azienda, sempre ispirato ai valori della legalità, al rispetto dei propri collaboratori, alla tutela del proprio brand. Con riferimento al verbale di accertamento redatto dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Matera, Consofa precisa che, pur rispettando il lavoro svolto degli organismi di controllo, ritiene che quanto emerso sia frutto di un'errata valutazione del rapporto contrattuale in essere tra la stessa Consofa e i suoi fornitori ed appaltatori".
Una sottolineatura che il Consorzio ha sentito necessaria per salvaguardarsi. "È fondamentale ribadire che Consofa è un consorzio di aziende che opera nella legalità e nel pieno rispetto dei principi dell'etica del lavoro, come siamo certi di poter dimostrare nelle sedi opportune, con l'ausilio dei nostri legali Emilio Nicola Buccico e Francesca Chietera, ai quali abbiamo conferito mandato per tutelare gli interessi e l'immagine aziendale. Per questa stessa ragione, siamo certi di confermare la correttezza del nostro operato, avendo sempre massima fiducia nella giustizia".
Rimandando comunque alle sedi opportune la chiarificazione di quanto accaduto. "Avremo la possibilità di dimostrare la verità, senza trarre conclusioni affrettate e soprattutto aprioristiche. Riteniamo inopportuno, pertanto, che siano espressi da terzi giudizi di valore nei confronti del Consorzio Consofa, in assenza di difesa e di pronuncia di un organo di giudizio. Sosteniamo tutto questo non solo nell'interesse di Consofa, ma anche per tutelare un territorio già abbondantemente impoverito come quello di Matera, in cui siamo presenti e fortemente radicati, nonostante le innumerevoli difficoltà, contribuendo ad alimentare il valore ed i valori di una tradizione manifatturiera che, ancora oggi, rappresenta un vanto per questa terra".
Sicuramente un lavoro difficile quello che attende gli avvocati che difenderanno la Consofa, considerando il lavoro dei tecnici della Direzione territoriale del lavoro, svolto tra il 2010 ed il 2012, che ha poi sortito gli effetti raccontati.
Interviene anche il sindaco di Matera, Salvatore Adduce.
"La grave crisi in cui versa il settore industriale nell'intero paese e nel sud in particolare trova la provincia di Matera particolarmente esposta a causa delle difficoltà del comparto del mobile imbottito. Il distretto del salotto della Basilicata e della Puglia – spiega Adduce - ha assicurato per anni ricchezza e posti di lavoro in un'area che con gli anni era divenuta un vero fiore all'occhiello dell'industria manifatturiera. Prima con la globalizzazione e la delocalizzazione delle aziende e poi con la grande crisi sono cambiate tante cose. Sono state chiuse moltissime imprese e sono stati persi migliaia di posti di lavoro".
Bisogna cambiare pagina. "Oggi abbiamo la necessità di ricostruire un tessuto che è compromesso - aggiunge il primo cittadino di Matera - Le notizie di questi giorni su presunte violazioni delle regole del mercato del lavoro ci preoccupano. È necessaria una vera e propria operazione verità per impedire possibili speculazioni e strumentalizzazioni che non giovano certamente al nostro territorio e alle nostre aziende. Siamo convinti che le aziende del distretto del mobile imbottito hanno sempre operato nel rispetto della legalità e delle regole del mercato del lavoro. Se si dovesse accertare che tali regole sono state violate tutti abbiamo il dovere di intervenire per salvaguardare il buon nome della città di Matera e del territorio".
Se verranno confermate le istanze della Direzione territoriale del lavoro, sarebbe davvero una brutta pagina per il Distretto del Mobile imbottito materano. "Sarebbe grave se certe denunce risultassero pretestuose e formulate solo per coprire altre responsabilità o addirittura nuovi licenziamenti come da taluno paventato. Dalla crisi – conclude Adduce - si esce rinsaldando il profilo etico delle aziende rispettando le regole del gioco e tutelando il lavoro".
Il verbale è arrivato dalla Direzione territoriale del lavoro di Matera ed ha scosso l'intero mondo imprenditoriale del mobile imbottito. La motivazione è da ricercarsi nello sfruttamento del lavoro di operai cinesi, ben 763 lavoratori, divisi in 17 aziende delle quali solamente una risulterebbe composta da soci italiani.
Per questi motivi si contestano al Consorzio "l'interposizione illecita da pseudoappalto" e "la somministrazione fraudolenta", oltre al lavoro non regolarizzato, o regolarizzato da contratti con costi/ora molto bassi, fuori dal mercato. Una vicenda che ripercorre l'aumento in città della popolazione asiatica a dismisura negli ultimi anni, lavoratori disposti a trasferirsi pur di poter lavorare nelle aziende, spesso di proprietà proprio di connazionali.
Non ha tardato ad arrivare la risposta della Consofa, che si è rivolta agli avvocati Emilio Nicola Buccico e Francesca Chietera per trattare il caso e tutelare l'immagine delle aziende, del Consorzio Consofa e il loro brand, legato al Made in Italy. La Consofa si difende annunciando ricorso al verbale contestatole, dicendo errata la decisione
"In relazione ad alcuni articoli pubblicati sugli organi di stampa - si legge in una nota - Consofa ritiene necessaria una puntualizzazione di merito sull'operato posto in essere dall'azienda, sempre ispirato ai valori della legalità, al rispetto dei propri collaboratori, alla tutela del proprio brand. Con riferimento al verbale di accertamento redatto dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Matera, Consofa precisa che, pur rispettando il lavoro svolto degli organismi di controllo, ritiene che quanto emerso sia frutto di un'errata valutazione del rapporto contrattuale in essere tra la stessa Consofa e i suoi fornitori ed appaltatori".
Una sottolineatura che il Consorzio ha sentito necessaria per salvaguardarsi. "È fondamentale ribadire che Consofa è un consorzio di aziende che opera nella legalità e nel pieno rispetto dei principi dell'etica del lavoro, come siamo certi di poter dimostrare nelle sedi opportune, con l'ausilio dei nostri legali Emilio Nicola Buccico e Francesca Chietera, ai quali abbiamo conferito mandato per tutelare gli interessi e l'immagine aziendale. Per questa stessa ragione, siamo certi di confermare la correttezza del nostro operato, avendo sempre massima fiducia nella giustizia".
Rimandando comunque alle sedi opportune la chiarificazione di quanto accaduto. "Avremo la possibilità di dimostrare la verità, senza trarre conclusioni affrettate e soprattutto aprioristiche. Riteniamo inopportuno, pertanto, che siano espressi da terzi giudizi di valore nei confronti del Consorzio Consofa, in assenza di difesa e di pronuncia di un organo di giudizio. Sosteniamo tutto questo non solo nell'interesse di Consofa, ma anche per tutelare un territorio già abbondantemente impoverito come quello di Matera, in cui siamo presenti e fortemente radicati, nonostante le innumerevoli difficoltà, contribuendo ad alimentare il valore ed i valori di una tradizione manifatturiera che, ancora oggi, rappresenta un vanto per questa terra".
Sicuramente un lavoro difficile quello che attende gli avvocati che difenderanno la Consofa, considerando il lavoro dei tecnici della Direzione territoriale del lavoro, svolto tra il 2010 ed il 2012, che ha poi sortito gli effetti raccontati.
Interviene anche il sindaco di Matera, Salvatore Adduce.
"La grave crisi in cui versa il settore industriale nell'intero paese e nel sud in particolare trova la provincia di Matera particolarmente esposta a causa delle difficoltà del comparto del mobile imbottito. Il distretto del salotto della Basilicata e della Puglia – spiega Adduce - ha assicurato per anni ricchezza e posti di lavoro in un'area che con gli anni era divenuta un vero fiore all'occhiello dell'industria manifatturiera. Prima con la globalizzazione e la delocalizzazione delle aziende e poi con la grande crisi sono cambiate tante cose. Sono state chiuse moltissime imprese e sono stati persi migliaia di posti di lavoro".
Bisogna cambiare pagina. "Oggi abbiamo la necessità di ricostruire un tessuto che è compromesso - aggiunge il primo cittadino di Matera - Le notizie di questi giorni su presunte violazioni delle regole del mercato del lavoro ci preoccupano. È necessaria una vera e propria operazione verità per impedire possibili speculazioni e strumentalizzazioni che non giovano certamente al nostro territorio e alle nostre aziende. Siamo convinti che le aziende del distretto del mobile imbottito hanno sempre operato nel rispetto della legalità e delle regole del mercato del lavoro. Se si dovesse accertare che tali regole sono state violate tutti abbiamo il dovere di intervenire per salvaguardare il buon nome della città di Matera e del territorio".
Se verranno confermate le istanze della Direzione territoriale del lavoro, sarebbe davvero una brutta pagina per il Distretto del Mobile imbottito materano. "Sarebbe grave se certe denunce risultassero pretestuose e formulate solo per coprire altre responsabilità o addirittura nuovi licenziamenti come da taluno paventato. Dalla crisi – conclude Adduce - si esce rinsaldando il profilo etico delle aziende rispettando le regole del gioco e tutelando il lavoro".